Calcioscommesse, l’idea di Monti fa discutere

Trova eco sui giornali la proposta del presidente del Consiglio, Mario Monti, che di fronte all’ennesima edizione dello scandalo del calcioscommesse ha suggerito di sospendere per due-tre anni i campionati di calcio. Per Pierluigi Battista, vicedirettore del Corriere, l’Italia tifosa ma pulita vivrebbe tre anni di atroce astinenza. Quella che imbroglia troverebbe un nuovo canale da inquinare. E avrebbe vinto la partita decisiva, cancellando dal tabellone uno spettacolo che resta avvincente e trascinante, malgrado gli imbroglioni (presunti).

E poi non è che tutto si possa sospendere per decreto. Il governo tecnico di Monti ha momentaneamente ‘sospeso’ la politica dei partiti onnipotenti. C’è chi sostiene che abbia sospeso la democrazia, ma è un’esagerazione polemica. Sospendere il calcio, prendere come paradigma quel pugno di partite sporcate per cancellare a tempo con atto di imperio tutto il resto, questo si’ sarebbe un modo di fare irrealistico, superproibizionistico, punitivo. In una parola, come si sarebbe detto una volta: antipopolare. Se la magistratura riuscira’ a trovare prove circostanziate e precise di reati commessi, allora i colpevoli (accertati) dovranno subirne le conseguenze. Se qualcuno ruba, non sono tutti ladri. Se qualcuno imbroglia, non sono tutti imbroglioni. Dire ‘e’ tutto marcio’, non e’ ‘tecnico’: e’ demagogico, qualunquista, giustizialista.
Spande una nube di sospetto su tutto e su tutti. Salva i veri mascalzoni che deturpano lo sport, immergendo le loro specifiche (e presunte) malefatte in una nebbia indistinta che non conosce piu’ il confine tra il lecito e l’illecito, il leale e lo sleale. Dunque no, bisogna continuare. Trovare le prove e non alzare polveroni. Continuare con il calcio, e vincere il disgusto. Non e’ vero che ‘cosi’ fan tutti’. E dunque non è necessario abolire o sospendere una competizione sportiva, criminalizzandola in blocco. Essere severi con chi ha violato un codice penale e un codice morale, ma non dissolvere le differenze. Prove e non proclami: non c’e’ bisogno di sospendere la logica e il buonsenso.

Alla questione dedica un’analisi sempre sul quotidiano di via Solferino Mario Sconcerti secondo cui, se il male c’e’ e’ pur vero che c’e’ anche la medicina. "Un mondo senza calcio e’ possibile, ma non sarebbe per questo un mondo migliore. Personalmente mi sentirei piu’ solo nello stesso Paese di sempre. La mia squadra e’ un’amica con cui mi va di dividere la strada. Vorrei decidere io le mie frequentazioni, dato ai giudici quello che e’ dei giudici. Le scommesse nel calcio sono adesso un problema criminale mondiale vicino a quello della droga. Sono sotto attacco quarantatre Paesi. Il primo e’ la Finlandia proprio per la sua lontananza, la sua trasversalita’. Seguono Israele, Grecia e Italia. Le ultime indagini dell’Interpol dicono che buona parte della mafia che si occupava di droga sta cambiando competenze, si occupa ora di scommesse. Perche’ i guadagni sono comunque alti e le pene eventuali decisamente inferiori. Questo sta facendo delle scommesse sportive uno dei piu’ grandi affari criminali al mondo. Noi ci stiamo occupando dei resti del nostro calcio, ma stiamo percorrendo la circonferenza, non siamo dentro al cerchio. La casa madre di Singapore e’ ancora attiva, continua ogni giorno a falsare risultati e a incassare. Niente puo’ dire che, fermati i cattivi di questa volta, tutto ricomincera’ illuminato dal bene. Le possibilita’ di contaminazione sono grandi. Dobbiamo rassegnarci al relativismo di sempre. Ma c’e’ di piu’. Sotto attacco adesso sono i ragazzi del settore giovanile. Costano molto meno, promettono una scolarizzazione seducente e causano pochi rischi. Ma pagano quasi come le partite di serie A perche’ le quote sono le stesse. Ai giovani vanno aggiunti gli arbitri. Sono piu’ importanti dei giocatori, hanno in mano tutte le scommesse che una partita genera. I risultati sono infatti tre: uno fino al settantacinquesimo minuto, di solito quello regolare. Uno per l’ultimo quarto d’ora, e uno per i tempi di recupero. Se pensiamo all’importanza del numero dei gol e alle scommesse sul primo calcio d’angolo, la prima punizione, il primo fallo di mano, capiamo quanto l’arbitro sia importante per la mafia del gioco. E anche qui e’ difficilissimo distinguere tra vero e falso. La diversita’ del calcio, la sua bellezza, e’ proprio la sua capacita’ di ribaltare in un attimo i risultati. C’e’ una difesa possibile da qualcosa che sembra naturale? Forse.
La Lega Pro, la vecchia serie C1 e C2, zona fra le piu’ colpite, si e’ affidata a un’agenzia internazionale che monitorizza i movimenti su qualunque partita e segnala quelli anomali. Forse e’ un termometro contro un male incurabile, segnala solo la febbre, ma in una stagione le partite sospette sono scese da 14 a 5. Almeno un inizio".