Valentina Gugliotta, l’ingegnere del canestro

Se è vero il principio per cui spesso il lavoro oscuro di un singolo fa grande un gruppo, la pallacanestro potrebbe rappresentare un’emblematica fucina per verificarne la validità: se manca chi fa il lavoro “sporco”, chi organizza e detta i tempi tutto il contorno ne risente. E ciò vale a tutti i livelli, dai trionfi delle grandi squadre in Europa o nella NBA sino alle partitelle tra amici: se in una squadra manca la coesione inevitabilmente manca tutto. Di questo e di altro vogliamo discutere oggi con Valentina Gugliotta, playmaker della Polisportiva Odysseus Messina, squadra laureatasi recentemente campione regionale di categoria e che guida incontrastata il girone B del campionato di C Femminile.

Allora Valentina, parlaci di come tutto ebbe inizio, delle tue prime esperienze e del tuo rapporto con la palla a spicchi…
“Ho cominciato a giocare a basket già a 5 anni alla scuola Don Bosco,invogliata da mia mamma,ex giocatrice. Due anni dopo ho iniziato a fare attività con coach Rossana Libro, la quale mi ha portato alla Polisportiva Rescifina (allora Caffè Barbera) dove conobbi il mitico Prof. Gumina, allenatore del settore giovanile coadiuvato dalla stessa Libro e successivamente dal mio attuale coach, Giusy Ardizzone”.

Una passione tanto precoce quanto “di famiglia” pertanto: descrivici brevemente le tue esperienze giovanili
“Sono rimasta alla Caffè Barbera, giocando tutti i campionati giovanili e ottenendo ottimi risultati, arrivando a far parte della Squadra Sicilia per i due principali eventi, il Trofeo delle Regioni e il Trofeo delle Isole. Eravamo una squadra affiatata e ben organizzata, tant’è che nella stagione 1999/2000 abbiamo ottenuto il 1° Posto regionale propaganda. Nel 2001 invece riuscimmo a vincere il titolo regionale categoria “Bam” , qualificandoci per le Finali Nazionali di Anagni, poi fu la volta del Trofeo delle Regioni con la squadra Sicilia e nel 2002 arrivò l’ennesima soddisfazione, con il titolo regionale Cadette e l’accesso alla fase interregionale, quell’anno in programma a Faenza.
Come altre manifestazioni importanti cui ho preso parte nella mia adolescenza ricordo con piacere l’esperienza dei “Giochi delle Isole” in Sardegna con la squadra Sicilia mi trovai a competere contro squadre straniere come Azzurra, Baleari, Canarie, Corsica, Malta, Madeira ecc., permettendomi maturare molto sotto il profilo tecnico e tattico”.

Compliemti per i tuoi tanti successi giovanili. Parlaci adesso delle esperienze da “over”
“Ho esordito in Serie B Regionale con la Polisportiva Rescifina, sotto la guida tecnica di Tonino Interdonato e Antonio Musolino e nel 2003 abbiamo ottenuto la promozione in B eccellenza al termine di un gran campionato. Nel 2004 ho vinto anche un titolo siciliano juniores, sempre con la Rescifina con cui ho giocato fino ai 19 anni. Non ho difficoltà ad ammettere che sono stati anni in cui sono molto cresciuta a livello agonistico, soprattutto per aver giocato con persone più grandi di me e quindi di maggiore esperienza. Negli stessi anni ho partecipato anche ai campionati della scuola con i quali ci siamo classificati per due anni consecutivi alle fasi nazionali svoltesi a Napoli”.

Sappiamo che durante quegli anni hai ricevuto proposte da società importanti anche al di fuori della regione: cosa ci dici al riguardo?
“E’ vero, in quel periodo ho anche ricevuto alcune proposte per giocare fuori Messina e fuori Sicilia. Su tutte le più importanti furono quelle di Priolo, Napoli e Forlì, ma i miei genitori hanno rifiutato per me poiché credevano che rimanere a Messina per continuare a dedicarmi allo studio senza nessuna distrazione (a parte il basket!) fosse la cosa più giusta per me, visto che non si è mai guardato a questo sport come un probabile lavoro ma solo come un motivo di svago e divertimento. A tutt’oggi, contrariamente a quanto si possa pensare visti i tempi che corrono, non sono affatto pentita dell’operato dei mie e anzi li ringrazio perché per merito loro oggi sono un ingegnere”.

Una scelta importante dunque, che non tutti avrebbero il coraggio di fare. Parlaci allora di come hai continuato a coltivare la tua passione sino a oggi
“Non c’è molto da dire in proposito, mi sono concentrata sugli studi e ho fatto ciò che era logico: lasciata la Rescifina ho cambiato casacca, giocando per quattro anni con un’altra messinese, il San Matteo, con cui ho continuato a fare la serie B e adesso sono una giocatrice dell’Odysseus, che è squadra molto ambiziosa e che sono convinta possa fare bene. Devo dire che abbiamo sin qui disputato una ottima stagione e personalmente mi trovo a mio agio. Spero, dopo aver vinto la Coppa Sicilia quest’anno, di raggiungere il massimo obiettivo che la società si è preposta per quest’anno sportivo: vincere il campionato, riportando l’Odysseus in serie B”.

Giuseppe Spanò