La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Social, fake news & giornalismo

«La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Com’è bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale».

Papa Francesco 

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito l’informazione come “un veicolo di libertà” e un valore irrinunciabile che “non può essere soggetto ad autorizzazioni o censure”, e ha richiamato di nuovo l’attenzione sulla necessità di intervenire per contrastare pressioni e limitazioni alla libertà della stampa. Azioni civili di risarcimento danni, per decine di migliaia di euro, rappresentano una minaccia alla libertà di stampa, ma una norma di contrasto alle liti temerarie nei confronti dei giornalisti e dei giornali è ferma al Senato da anni. Un’intimidazione all’intero settore dell’informazione che mina la libertà di espressione. Non è una priorità della politica?       

Le richieste di cifre iperboliche di risarcimento danni rappresentano certamente per un giornalista una forma di condizionamento ma non possono da sole costituire la ragione della censura alla pubblicazione di una notizia rilevante, vera e verificata. Non credo che l’indipendenza, la correttezza e il coraggio di un giornalista possano essere garantiti da una legge o da iniziative politiche. Il settore dell’informazione oggi è fortemente minato da autorevoli colleghi e importanti editori che piuttosto di informare preferiscono formare i lettori con fatti e ricostruzioni utili a mantenere potere.

Il politicamente corretto che ha infettato anche l’Italia ha cambiato il tuo modo di lavorare?

Purtroppo dietro il lodevole utilizzo del politicamente corretto che riguarda tutti i campi, compreso quello del giornalismo, si nascondono tanti furbi e ipocriti. Personalmente non mi condiziona e non ha cambiato affatto il mio modo di lavorare, anzi ritengo utile nel diffondere notizie farne un corretto uso.

Con l’intelligenza artificiale si può fare un’intervista a qualcuno senza che questo qualcuno lo sappia. È il caso di Anne Hoffmann, caporedattrice di una nota rivista tedesca che ha pubblicato una falsa intervista al pilota di Formula 1 Schumacher realizzata proprio con l’intelligenza artificiale. È quindi stata licenziata. L’intelligenza artificiale dove porterà il giornalismo?

Il fenomeno dell’intelligenza artificiale riguarda tutti i mestieri e ci porterà all’omologazione assoluta.L’obiettivo delle potenze mondiali è quello che ogni persona eviti di ragionare o avere uno spirito critico e, di conseguenza, vogliono l’appiattimento dell’agire umano. Uno vale uno, e l’uno deve ragionare e scegliere come vuole chi comanda. Il giornalismo risente già di questo problema. Basta leggere 10 giornali: tutti dicono la stessa cosa. E in futuro temo che ciò sarà aiutato dall’intelligenza artificiale.

Si dice che in Italia per avere il quadro completo di una notizia sia necessario leggere almeno tre giornali appartenenti ad aree politiche differenti così come vedere tre telegiornali di reti diverse. Che cosa ne pensi?

Per avere il quadro completo di una vicenda o un accadimento importante oggi è praticamente impossibile leggerlo dagli organi di informazione, che pur essendo portatori di forze politiche o economiche tra di loro diversi fanno fatica a informare fino in fondo quando l’informazione tocca temi che in Italia sono tabù per l’ordine costituito. Questo ovviamente non vale se le notizie riguardano temi meno importanti. In quel caso vale quello che lei dice e cioè è utile informarsi da giornali che rispondono ad aree politiche diverse. Su temi secondari in Italia è ancora consentito un certo pluralismo dell’informazione.

Ciò che accade in Rete ha un’eco molto forte sugli altri media come tv, radio e giornali.  Com’è cambiato il giornalismo con l’avvento del web?

L’avvento del web ha radicalmente cambiato il mondo del giornalismo e ciò dico perché oggi si vendono molto meno copie di giornali. Grazie al web le notizie oggi circolano molto più velocemente, ma questo non vuol dire che il cittadino sia più informato. Il web ha favorito l’omologazione delle notizie e, soprattutto, non consente l’approfondimento dei fatti a quei lettori che vorrebbero informarsi. Oggi sono spariti i cronisti che direttamente raccoglievano le notizie e conoscevano i territori con il risultato che oggi ci si affida alle veline che sono diffuse da chi non sempre vuole che la gente sia informata.

Che cos’è che costruisce l’autorevolezza di una testata giornalistica?

L’autorevolezza di una testata giornalistica dipende dalla forza economica e politica delle lobby che la sostengono e non dai giornalisti seri e indipendenti che fortunatamente in Italia ne abbiamo molti.

Quando tanti italiani, per denunciare una truffa o un sopruso, si rivolgono a un programma televisivo invece che alle forze dell’ordine che cosa significa?

Rivolgersi a un programma televisivo per denunciare un sopruso o una truffa e, soprattutto, dare voce a un soggetto debole che subisce un’ingiustizia è sempre un fatto positivo. Talvolta però si verifica che tante storie, non sempre autentiche, sono diffuse per ragioni diverse da quella di voler tutelare una persona debole ingiustamente truffata o vittima di soprusi. Anche in questo caso la professionalità, competenza e correttezza del giornalista fa la differenza.