Condè Nast in attivo ma licenzia. Serventi Longhi imbarazzante

Il caso che riguarda la casa editrice Condé Nast è anomalo e forse unico nel suo genere in Italia. Non fosse altro perché la filiale italiana del colosso mondiale dell’informazione, l’anno scorso ha chiuso il bilancio con un forte margine operativo lordo (9 milioni) e un utile netto importante (oltre 4 milioni) a fronte di un giro d’affari superiore ai 140 milioni.
Da mesi, l’azienda ha avviato una politica molto dura e restrittiva sul fronte dei risparmi e in particolare per quel che riguarda i costi del personale, al punto che il sindacato regionale ha più volte definito complessa la trattativa e si è trovato davanti porte chiuse, quelle del management che, dal canto suo, ha già più volte incentivato i giornalisti-dipendenti a lasciare il gruppo dietro il riconoscimento di uno scivolo ridicolo (20 mesi netti). E parecchi colleghi, 29 (oltre a 30 grafici editoriali), nel solo periodo compreso tra maggio e luglio scorsi, hanno deciso di accettare questa opzione per non dovere sottostare a una politica aziendale che ha spesso sfiorato il profilo del mobbing. Opportunità che, come affermato dall’azienda agli esponenti sindacali delle redazioni, avrebbe fruttato un risparmio di 3 milioni di euro.
Un comportamento che Senza Bavaglio ha già stigmatizzato facendosi promotore di un aiuto concreto ai colleghi della casa editrice che cercavano supporto e sostegno, non solo sindacale ma anche morale e personale. Abbiamo sconsigliato di accettare quella proposta indecente. http://lnx.senzabavaglio.info/index.php?option=com_content&view=article&id=864:conde-nastsiam-ricchi-guadagniamo-ma-inflessibili-licenziamo-di-senza-bavaglio&catid=42:fnsi&Itemid=77
E ora ci sarebbe una novità che se confermata peggiorerebbe il profilo professionale dei colleghi e anche il livello di trattativa complessiva. Ciò perché da quello che Senza Bavaglio ha ricostruito, adesso il corpo redazionale ha dato mandato al Cdr di sedersi a un nuovo tavolo di trattative.
La soluzione che sarebbe stata individuata dalla Condé Nast sarebbe quella della riproposizione della solidarietà, in una percentuale inferiore a quella del 20 per cento attuata fino al 31 agosto scorso, data di scadenza del precedente accordo sindacale. Con la minaccia, lasciata intendere dalla società, di ricorrere ai licenziamenti individuali nel caso non venga accettata la nuova solidarietà.
Una scelta che se attuata lascia perplessi e attoniti, visto che il gruppo editoriale gode di ottima salute economica e finanziaria, avendo potuto, come già detto, beneficiare, in una situazione di conti positivi e profittevoli, dei benefici derivanti dall’accesso agli ammortizzatori sociali, richiesti grazie a una previsione di bilancio negativa (previsione non concretizzatasi visto i risultati del 2014). Senza Bavaglio deplora e considera totalmente scorretto il comportamento del gruppo Condé Nast anche nelle logiche di un serio e proficuo dialogo sindacale sia con il CdR interno sia con il sindacato regionale e nazionale. Altresì, Senza Bavaglio chiede con forza un intervento urgente e sostanziale da parte della Lombarda e della Fnsi, che finora non hanno fatto sentire con sufficiente decisione la propria presenza, consentendo all’azienda di fare la voce del padrone e istigare i dipendenti a lasciare il proprio posto di lavoro per non incorrere in sanzioni, palesi e/o occulte, personali. Senza Bavaglio ritiene che la vicenda della Condé Nast debba essere affrontata in maniera concreta e determinata e vada seguita passo dopo passo, con un presidio costante delle trattative tra l’azienda stessa e il CdR. Senza Bavaglio, infine, considera che questo caso abbia un impatto significativo anche sulle casse e sulla gestione dell’Inpgi visto che vengono chiesti sacrifici ai giornalisti di un gruppo editoriale sano e con i conti in ordine.

Senza Bavaglio
www.senzabavaglio.info