DDL PECORELLA-COSTA LIBERA SALLUSTI INGABBIA LA RETE

E’ in arrivo una nuova normativa che mette il bavaglio alla rete? E’ quanto potrebbe succedere se il parlamento approvasse, così com’è, la proposta di legge del Pdl, targata Gaetano Pecorella ed Enrico Costa, calendarizzata per mercoledì 3 in commissione Giustizia alla Camera sulla scia del caso Sallusti. Il testo, pubblicizzato per le parte che prevede l’eliminazione della pena della reclusione per la diffamazione a mezzo stampa, contiene infatti anche un ‘codicillo’ che impone di applicare al web tutte le norme della legge sulla stampa del 1948.
All’articolo uno del testo, considerato nei giorni scorsi anche dal ministro Paola Severino come uno degli strumenti legislativi auspicabili per le modifiche sulla diffamazione a mezzo stampa, si premette infatti che le disposizioni della legge 8 febbraio 1948, n.47 "si applicano, altresì, ai siti internet aventi, natura editoriale". E la formulazione generica potrebbe includere blog e social network, ossia siti web gestiti anche da privati cittadini. E colpire, indirettamente, anche uno dei portali piu’ alla ribalta del momento come quello di Beppe Grillo leader del Movimento 5 stelle.
Se si applicassero anche a internet le norme contenute nella legge sulla stampa i gestori di siti dovrebbero quindi nominare un direttore responsabile (un giornalista), procedere alla registrazione della propria testata, aver cura di comunicare tempestivamente (entro 15 giorni) ogni mutamento delle informazioni obbligatorie pubblicate e/o richieste in sede di registrazione, incorrere nella ‘sanzione’ della decadenza della registrazione qualora non si pubblichi il sito entro sei mesi dalla registrazione medesima o non lo si aggiorni per un anno. Il testo Pecorella-Costa contiene inoltre quanto si era cercato di introdurre con il ddl Alfano sulle intercettazioni, ossia le norme in tema di obbligo di rettifica (ribattezzate ammazza-blog) e lo speciale regime di responsabilità aggravata per la diffusione di contenuti illeciti che, allo stato, riguarda solo chi fa informazione professionale. Le disposizioni in materia di responsabilità, previste dalla legge sulla stampa del 1948, applicate anche al web, porterebbero inevitabilmente a mega-azioni risarcitorie contro i proprietari delle grandi piattaforme di condivisione dei contenuti che si ritrovino ad ospitare informazioni o notizie ‘scomode’ pubblicate dai propri utenti: aggiornare una voce su Wikipedia, postare un video servizio su un canale YouTube o pubblicare un pezzo di informazione su una piattaforma di blogging potrebbe essere quindi molto più difficile perchè, il proprietario della piattaforma potrebbe correre un rischio. Quanto al versante della responsabilita’ penale, blogger e gestori di siti internet, sarebbero dovrebbero soggiacere allo speciale regime aggravato di responsabilità previsto per le ipotesi di diffamazione a mezzo stampa. E potrebbero anche incappare, senza la registrazione nel Roc (il registro degli operatori della comunicazione), nel reato di ‘stampa clandestina’ che prevede la reclusione fino a due anni o una multa ‘salatissima’. Sulla proposta di legge Pecorella-Costa in commissione Giustizia alla Camera, mercoledi’ prossimo ci sarà l’illustrazione della relatrice Giulia Bongiorno.