Trent’anni della prima associazione antiracket!

Trent’anni della prima associazione antiracket, Lamorgese: rompere il muro dell’omertà ancora presente in settori della società civile…

«Dal coraggio di pochi, è nata un’esperienza innovativa». Lo ha sottolineato il ministro Luciana Lamorgese che è intervenuta in mattinata, in videoconferenza dal suo studio al Viminale, all’evento organizzato dalla Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane (FAI) per celebrare la nascita, proprio il 7 dicembre di trenta anni fa, della prima associazione antiracket.

Il ministro dell’Interno ha evidenziato come, in questo periodo caratterizzato da una crisi economica causata dalla pandemia, è alto il rischio che le organizzazioni criminali possano approfittare delle difficoltà di molti imprenditori per inserirsi nell’economia sana. Per questo, ribadisce la titolare del Viminale, «lo Stato deve intercettare le esigenze dei cittadini ed anticipare la criminalità organizzata». Lo Stato è in campo con ingenti risorse, ricorda Lamorgese, e soprattutto in un momento di crisi quale quello attuale, «ai cittadini e alle imprese chiediamo un atto di fiducia e una chiara scelta di legalità, il rifiuto di  rivolgersi al credito illegale e a forme di sostegno sommerso. Bisogna rompere il muro dell’omertà ancora presente in settori  della società civile che, non denunciando, di fatto si dimostrano contigui o comunque assuefatti alla corruzione alla  intimidazione».

Sono intervenuti, tra gli altri, oltre al presidente FAI, Luigi Ferrucci, e al presidente onorario Tano Grasso, il prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi, e il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Giovanna Cagliostro.

Intervenendo al dibattito, il Commissario Cagliostro ha ribadito innanzitutto che la denuncia costituisce il presupposto indispensabile per potere fare istanza di accesso al Fondo di solidarietà, inoltre, il progetto “STEP”, cofinanziato dal PON legalità, che prevede la creazione di una piattaforma informatica, aperta e inclusiva, con il significativo apporto delle Associazioni, assicurerà un’ulteriore riduzione dei tempi di esame delle istanze, garantendo un reinserimento più rapido delle vittime, nel circuito virtuoso dell’economia legale.