Suoli sani per città sane. Ma a quanto pare a Messina sono distratti sulla tutela del territorio!

Il suolo è una risorsa fondamentale e non rinnovabile: è fonte di cibo, acqua, materie prime, regola il clima e ospita un’immensa ricchezza di esseri viventi.

Legambiente

Il 5 dicembre scorso è stata la Giornata Mondiale dei Suoli promossa dalla FAO che, per l’edizione 2025, ha introdotto un tema sfidante: “Suoli sani per città sane”: l’invito è a prestare attenzione al ruolo del suolo dove questo è più scarso e, anche per questo, più prezioso, perché proprio nelle città il suolo può offrire il meglio di sé, se ne viene tutelata la presenza  e lo stato di salute. “Miliardi di organismi per lo più invisibili li popolano svolgendo la loro azione ecologica. Un suolo sano non è solo il supporto di crescita per alberi ed erbe, ma anche un ecosistema complesso dal cui equilibrio dipende la vita di tutti gli organismi terrestri. Inclusa la nostra e quella delle nostre città: se il suolo scompare o non è sano, il verde deperisce e, in definitiva, la città diviene sempre più vulnerabile”. 

Ma a  quanto pare a Messina non è per tutti chiaro il concetto 

Leggo che in città è in atto un cambiamento epocale, dove l’ambiente, la sicurezza, la qualità della vita migliorerà grazie ai progetti varati dall’Amministrazione “De Luca – Basile”. Purtroppo, mi spiace per loro, più vengo a conoscenza di certi proclami e più faccio fatica a credere che siano veri e non una satira inconsapevole. Prendiamo la tutela del verde, dell’ambiente e del territorio. Il tema della sicurezza è strettamente legato al tema del decoro urbano: non esiste sicurezza senza strade pulite, curate e illuminate. E lo stesso vale per il dissesto idrogeologico, l’ambiente, il verde pubblico, l’abbandono del territorio, la folle avanzata del cemento che l’intera comunità di noi cittadini e delle nostre istituzioni politiche, assecondiamo in questo sabba collettivo dove a bruciare o ad annegare è il nostro senso di civiltà.  A dar retta a queste fotografie scattate, in via Leonardo Sciascia, Campetti Coppola, chi dovrebbe controllare e, nel caso, sanzionare chi non rispetta le regole per mantenere in salute il suolo della città, ha smarrito l’orientamento e qualcos’altro, magari figlio di quel fatalismo che tutti i soprusi digerisce con un’alzata di spalle e un caffè al bar. Ciononostante, non vogliamo credere che le conoscenze fanno la differenza! Non vogliamo credere che la dignità dell’Istituzione sia finita nel fango, insieme con i rifiuti speciali.

Quali sono le regole da rispettare per suoli urbani sani?

Lo smaltimento dell’erba sintetica richiede il conferimento a aziende specializzate perché si tratta di un rifiuto speciale che non va gettato nella normale spazzatura o nella plastica. Queste ditte si occupano del ritiro, del trasporto e dello smaltimento ecologico, spesso garantendo anche il riciclo dei materiali tramite processi certificati. Perché non si può smaltire nella spazzatura.

Rifiuto speciale: L’erba sintetica, soprattutto se usata in campi sportivi, è composta da diversi materiali misti (plastica, colle, gomma, sabbia) che richiedono trattamenti specifici per essere smaltiti o riciclati correttamente.

Rischi ambientali: Gettare l’erba sintetica in discariche non autorizzate può contribuire all’inquinamento.

Obblighi normativi: La normativa richiede che i rifiuti speciali vengano smaltiti in impianti autorizzati e tracciati, con codici CER specifici.

Il costo di smaltimento dell’erba sintetica può variare da circa \(5\) a \(10\) euro al metro quadrato, oppure essere basato sul peso, con una tariffa di circa \(50\) euro al quintale. Oltre a questi costi, bisogna considerare le spese di trasporto verso la discarica, che dipendono dalla distanza.

Lo smaltimento illecito di erba sintetica, classificata come rifiuto, è punito dal codice penale e dal Testo Unico Ambientale. Le sanzioni dipendono dalla natura del reato: l’abbandono di rifiuti non pericolosi comporta arresto da 3 mesi a 1 anno e ammenda da €2.600 a €26.000; se pericolosi, la pena è la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la stessa ammenda. Realizzare una discarica non autorizzata è più grave, con reclusione da 1 a 5 anni (da 1 anno e 6 mesi a 5 anni e 6 mesi se pericolosi).

Adesso, apriti cielo: ci saranno alzate di scudi, minacce e sanzioni. Ovviamente per IMG Press, non per coloro che hanno calpestato le regole del Codice penale. A conferma che è proibito toccare la famiglia! In queste cose chi di dovere se ne uscirà con un “non ho visto“, della serie: non c’ero e se c’ero dormivo. In ogni caso guai al dissenso e pure al giornalismo d’inchiesta. Poi, però, non lamentiamoci se le tragedie improbabili sono frequenti.