Save the Children, senza azioni concrete, entro il 2030 quasi un bambino su due rischia il rallentamento della crescita

Si stima che circa 194 milioni di bambini avranno un rallentamento della propria crescita a causa della malnutrizione[1] – un dato che tradotto, indica un numero più alto di tutti i bambini sotto i 18 anni che attualmente vivono nei Paesi del G7 ed è pari ad uno ogni secondo – a meno che i leader mondiali che si riuniranno la prossima settimana al Summit sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) non accelerino urgentemente l’impegno per il loro perseguimento.

Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, diffusi a pochi giorni dal Summit di New York sugli SDGs, un programma d’azione basato su 17 Obiettivi concordati da tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite (ONU) nel 2015 per il miglioramento del sistema globale. L’analisi scaturisce dal Child Atlas[2], un nuovo strumento di raccolta ed elaborazione di dati dell’Organizzazione che evidenzia la disuguaglianza infantile rispetto agli SDGs.

SDGs2: Fame Zero

Sebbene l’arresto della crescita sia costantemente diminuito dall’anno 2000 in poi, i progressi non sono stati sufficienti per raggiungere gli obiettivi concordati a livello internazionale di 100 milioni di casi entro il 2025 o dello sradicamento di tutte le forme di malnutrizione entro il 2030.

Secondo le proiezioni, saranno i Paesi dell’Africa sub-sahariana a soffrire più di altri dell’arresto della crescita, con circa 86 milioni di casi di arresto della crescita nei bambini nati tra il 2023 e il 2030, seguiti dai Paesi dell’Asia meridionale, con 67 milioni di casi, da quelli dell’Asia orientale e del Pacifico, con quasi 22 milioni, il mentre il Medio Oriente e il Nord Africa, con 9,6 milioni di casi, e l’America Latina e Centrale, con 6,7 milioni di casi. Il Pakistan e la Repubblica Democratica del Congo (RDC) sono tra i Paesi che dovranno affrontare i tassi più elevati di arresto della crescita tra i più piccoli nei prossimi sette anni, con oltre il 25% della loro popolazione che già ora sta affrontando alti livelli di crisi di fame[3]. Incrociando le variabili del Child Atlas, si evince che più della metà dei casi di arresto della crescita, riguarderanno coloro che fanno parte del 40% delle famiglie più povere[4].

L’Organizzazione sottolinea come i finanziamenti immediati siano fondamentali per salvare vite umane adesso, ma occorrono anche soluzioni a lungo termine e modifiche sistemiche, che impediscano il ripetersi di crisi come questa. I finanziamenti umanitari reattivi sono troppo lenti, inaffidabili, costosi e, in ultima analisi, inefficaci, per affrontare le complesse crisi odierne. I leader mondiali devono investire in sistemi di allerta precoce e preparazione alle catastrofi per riuscire ad affrontare le emergenze e mitigarne l’impatto prima che sia troppo tardi. Devono inoltre impegnarsi nella revisione dei sistemi finanziari globali, per sbloccare i fondi necessari su larga scala per realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Save the Children chiede ai leader mondiali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di affrontare le cause alla radice dell’insicurezza alimentare e nutrizionale acuta. Solo ponendo fine ai conflitti globali, affrontando la crisi climatica e la disuguaglianza globale, e costruendo sistemi sanitari, nutrizionali e di protezione sociale più resilienti e meno vulnerabili a shock come quello del COVID-19, saremo in grado di garantire che gli stessi avvertimenti non si ripetano nei prossimi anni. L’Organizzazione ritiene inoltre fondamentale una maggiore collaborazione, dialogo e investimenti tra diversi settori, che tenga contro delle comunità locali e della loro leadership. Solo così si potrà rafforzare la pianificazione e l’implementazione di una risposta, la capacità di agire tempestivamente e prevenire gli shock prima che si trasformino in crisi. Save the Children chiede inoltre ai leader mondiali di potenziare gli interventi a basso costo per prevenire e curare la malnutrizione: trattamenti comunitari per la malnutrizione acuta, sostegno e sensibilizzazione sull’importanza dell’allattamento al seno e investimenti nell’assistenza sanitaria comunitaria e di base.

Il percorso verso gli altri SDGs

Quelli sulla malnutrizione, non sono gli unici dati allarmanti. Sulla base degli attuali ritmi di progresso, infatti, nei prossimi 7 anni – il tempo rimasto al mondo per raggiungere gli SDGs – dei 942 milioni di bambini nati tra oggi e il 2029, 31,6 milioni non sopravvivranno abbastanza per festeggiare il loro quinto compleanno[5]. Inoltre, 2 bambini su 5 che iniziano la scuola non saranno in grado di leggere entro l’età di 10 anni, dei 414 milioni di ragazze che finiranno la scuola primaria entro il 2030, 67 milioni si sposeranno prima di compiere 18 anni[6] e 4 bambini su 5 – pari a 2,6 miliardi – vivranno almeno un evento climatico estremo[7].

“Lunedì i leader mondiali si incontreranno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per fare il punto sui progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, o SDGs. Questi obiettivi hanno ormai raggiunto un punto medio di attuazione, ma solo uno su dieci di loro è sulla buona strada per essere raggiunto entro il 2030. Il tempo stringe” ha affermato Inger Ashing, Direttrice di Save the Children International che sarà presente al summit.

“Dobbiamo accelerare urgentemente i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile con e per i bambini e le bambine. Tutti gli Stati che fanno parte della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia hanno l’obbligo di fornire ai bambini opportunità rilevanti e garantite e di impegnarsi nel processo decisionale su questioni che li riguardano” ha detto Inger Ashing che ha proseguito “Fondamentalmente, i leader devono mettere i diritti dei bambini al centro di tutti gli impegni che portano avanti al Summit sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Mentre deliberano, devono avere in mente bisogni e priorità specifici dei più piccoli. In gioco ci sono il benessere, i mezzi di sussistenza e il mondo delle generazioni attuali e future di bambini”.

Più in generale, in relazione a tutti gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile, Save the Children esorta i leader mondiali a definire rinnovati impegni, supportati da piani concreti per accelerare i progressi verso il raggiungimento degli SDGs. L’Organizzazione invita i leader a trasformare le promesse in azioni, ad investire in servizi e sistemi che mettano al primo posto i bisogni e i diritti dei bambini, a sbloccare i finanziamenti necessari per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e ad includere i minori affinché possano partecipare attivamente alle decisioni che li riguardano.

Inoltre, al fine del perseguimento degli SDGs Save the Children, sottolinea la necessità cruciale di un approccio di collaborazione multi-stakeholder con i giovani, il settore privato, le istituzioni e le organizzazioni internazionali. Questo sarà il tema centrale di un evento che si terrà giovedì 21 settembre a New York, dal titolo ““Catalyzing Change. Companies and Youth Accelerating the SDGs”, al quale parteciperanno Istia, un giovane delegato del Bangladesh, il presidente di Save the Children Italia, Claudio Tesauro, il ministro Stefano Gatti, Inviato Speciale per la Sicurezza alimentare in Italia, la presidente del Consiglio di amministrazione di Save the Children International, Angela Ahrendts, DBE, il presidente e amministratore delegato di Save the Children US, Janti Soeripto, la responsabile del Global Compact delle Nazioni Unite per i diritti dei lavoratori, Griet Cattaert, nonché i rappresentati di aziende partner come Accenture, Lavazza Group, P&G e Salesforce.