
I sindacati dei medici e dei dirigenti sanitari ANAAO ASSOMED, CIMO-FESMED e AAROI-EMAC contestano i recenti provvedimenti presi in Veneto per reclutare personale estero con titolo non riconosciuto a copertura delle carenze»
Roma – «Per risolvere le croniche carenze di personale del SSN che denunciamo da anni, – dichiarano Pierino Di Silverio Segretario Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Federazione Cimo-Fesmed e Alessandro Vergallo Presidente Nazionale Aaroi-Emac – invece di eliminare l’odioso tetto di spesa al personale che impedisce di fatto un corretto turn over, invece di procedere all’adozione di provvedimenti strutturali per il reclutamento di professionisti in possesso di tutti i requisiti di legge che garantiscano la sicurezza dei cittadini, si continua a inventare soluzioni sempre più fantasiose per rispondere alle criticità che affliggono i servizi di emergenza-urgenza, i pronto soccorso e gli ospedali italiani».
«L’ultima pensata, pur di dare alla popolazione del nostro Paese la percezione che la loro salute non sia messa a rischio dalla mancanza di medici, è quella di cercarli all’estero come nel caos del Veneto, oltretutto privi dell’indispensabile riconoscimento europeo della qualifica professionale ottenuta nel loro Paese d’origine, che per la normativa italiana, non è un titolo valido per poter mettere le mani sui pazienti».
«Siamo allo sbando, e il folle progetto di autonomia differenziata peggiorerà la situazione, dato che tutte le Regioni d’Italia, avendo il medesimo problema, potranno imitare il Veneto facendo quel che vogliono, lasciando i cittadini in balìa di un SSN sempre più ‘creativo’, a crescente discapito della qualità delle prestazioni necessarie alla loro salute».
«Evidentemente – concludono i leader sindacali – il motto ‘prima gli italiani’ vale solo per alcuni campi e di certo non per la sanità e la salute pubblica».