
A dialogare con l’autore il prof. Andrea Riccardi, il senatore Graziano Delrio, la giornalista Giuseppina Paterniti e il prof. Augusto D’Angelo, docente dell’Università La Sapienza. Al centro dell’incontro, che si terrà mercoledì alle ore 18 presso la Sala Conferenza della Comunità di Sant’Egidio, l’origine dell’egemonia cattolica sulla nascente repubblica.
Con la liberazione, nell’aprile del “45, dall’occupazione nazista e dal fascismo, si avviò per il nostro Paese il percorso di ricostruzione post bellica che avrebbe portato all’Italia democratica e repubblicana, così come oggi la conosciamo. Un percorso, irto e complesso, in cui la Santa Sede svolse un ruolo davvero speciale e non del tutto noto sostenendo, con la forza della sua diplomazia e nelle forme dovute, le istanze di un Paese che aveva voglia di riscattarsi dalle macerie della guerra.
Istanze e risposte della Chiesa che saranno al centro della presentazione del libro “L’Italia vaticana. L’egemonia della Chiesa di Pio XII sulla Repubblica” (Edizioni San Paolo) che si terrà mercoledì 25 giugno, ore 18.00, presso la Sala Conferenza della Comunità di Sant’Egidio. A dialogare con l’autore – medico, già direttore generale del Policlinico “A. Gemelli” di Roma – il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio; il senatore Graziano Delrio; la giornalista Giuseppina Paterniti e il prof. Augusto D’Angelo, docente di Storia Contemporanea all’Università La Sapienza.
La peculiarità dell’azione vaticana si caratterizzò per la visione religiosa di Pio XII secondo cui solo una “società compiutamente cristiana” avrebbe potuto salvaguardare il mondo da future guerre e totalitarismi. E l’Italia, di cui era Primate, rappresentava la sede ideale per realizzare quel disegno. E la cosa non gli appariva impossibile, avendo la piena compliance dei politici cattolici che nelle file della Democrazia Cristiana avrebbero a lungo governato l’Italia.
E così in alcuni passaggi chiave della vita repubblicana, a cominciare dall’elaborazione della Carta Costituzionale, la presenza vaticana negli affari italiani fu davvero molto attiva. Eccessiva per alcuni che intravedevano un rischio di scivolamento verso la Stato clericale. E la cosa non poteva non determinare conflitti e tensioni anche all’interno dello stesso mondo cattolico. Cum Petro non voleva dire Sub Petro.
Utilizzando fonti d’archivio inedite, e da poco tempo disponibili agli studiosi, l’autore racconta passo passo quella stagione, entrando nelle pieghe di tante vicende e offrendoci un quadro interessante, istruttivo e persino curioso.