Rifiuti. Sempre più costoso smaltirli. Andare alla radice del problema…

L’Istat fa sapere che la gestione dei rifiuti (2021-2022) ha avuto una crescita di costi del 4,5%, un mix dovuto a beni e servizi, spese del personale e, soprattutto, costo d’uso del capitale (1).

Si tratta di una di quelle attività tipiche della nostra società dei consumi e del cui incremento dovremmo più che preoccuparci. Non ci piace vivere tra i rifiuti ma ne produciamo troppi.

Nonostante varie iniziative di sensibilizzazione, la situazione è sempre peggiore, con anche isole artificiali di rifiuti che si sono formate negli oceani.

I dati Istat confermano che siamo entrati in un girone infernale; smaltire i rifiuti ha sempre maggiori spese. Chi paga? I consumatori (singoli e aziendali), Come fare a pagare i costi sempre maggiori per lo smaltimento? Lavorando e producendo di più. Questo significa maggiori rifiuti. E visto che le aziende che smaltiscono hanno costi maggiori, questi costi non possono che essere chiesti ai consumatori.

Se si andrà sempre avanti… non è fantascienza temere un punto di saturazione, visto che, per esempio, grandi città come Roma, pur cambiando gli amministratori, continuano a non risolvere.

 

Il problema va quindi affrontato alla radice: ridurre drasticamente la produzione di rifiuti. Dal  singolo consumatore alle aziende.  Dal cibo che spesso buttiamo, all’elettrodomestico o al mobile che ci conviene buttare piuttosto che farlo riparare.

Su questo l’Ue ha già avviato iniziative contro la cosiddetta obsolescenza programmata, ma siamo a livelli talmente micro che la questione viene vissuta più che altro come forma di risparmio per i consumatori piuttosto che disincentivazione alla produzione di rifiuti.

 

Si tratta di un macro-problema che non può che essere affrontato, oltre che con comportamenti virtuosi dei singoli (comunque con effetti marginali), a livello di impostazione generale economica.

 

Il Green Deal europeo lo prende in considerazione e sta cominciando a lavorarci, ma abbiamo l’impressione che a livello di singoli Stati (il nostro in modo particolare) si continui ad essere distratti in virtù di un contingente che appare sempre più urgente. Valgano per tutti le emergenze energetiche rispetto alle quali molte delle produzioni cosiddette alternative sono passate in secondo piano.

 

Noi piccoli consumatori dobbiamo essere più selettivi verso tutti i prodotti e servizi che comportano produzione sempre maggiore di rifiuti. La selezione del consumatore non è da sottovalutare, visto che l’economia di mercato ha il consumo come base.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc

 

 

 

1 – https://www.aduc.it/notizia/gestione+dei+rifiuti+sempre+piu+costosa+istat_139530.php