Referendum senza quorum. Soddisfatti e rimborsati

Come previsto, i referendum Giustizia sono invalidati: non hanno raggiunto il quorum. Per gli appassionati c’è da leggere molto su motivazioni di tanti “soddisfatti e rimborsati”: coloro che con varie motivazioni hanno cavalcato (anche col silenzio) la non partecipazione per validare la contrarietà ai quesiti: ora sono appagati del possibile incidente che si sarebbe manifestato con una Giustizia garantista, razionale e uguale per tutti (magistrati inclusi).

La campagna sarebbe stata occasione di confronto, ma quest’ultimo è merce rara… sì, proprio merce, prodotto di scambio perché venditore e acquirente ne ricavino utile. Chi compra lo fa solo con emozioni, rispetto al venditore più bravo ad intortarlo o per qualche altra merce di scambio (tipo 2×3). Poi ci sono quelli che non comprano, che nel nostro caso sono grande maggioranza… e ad essi viene dato grande credito, ché accodarvisi è diventata espressione di giudizio politico.

Che guazzabuglio….. e che ci sarebbe da aspettarsi nel paese dove si rincorrono le cryptovalute, le lotterie, si fa audience per chi sponsorizza guerre e invasioni e si passano mesi ad ascoltare e rispondere ai loro emuli… tutto in nome della libertà d’espressione?

Poi ci sono quelli saggi e che hanno capito tutto, tipo… l’uso eccessivo dei referendum ha logorato gli stessi… vallo a dire agli svizzeri e agli americani…..

Insomma, c’è sempre un buon motivo, sempre esterno a se stessi, che mortifica le istituzioni e che dà ragione a se stessi. Ma… qualcuno che dica: a me sta bene che il giudice poliziotto giudichi lo stesso che ha arrestato, che si vada in galera perché sospettati, che le corporazioni di giudici decidano chi comanda la giustizia, etc (giustizialismo, in una sola parola)… no! Solo casi rari.

E qualcun altro che dica: basta coi referendum, Parlamento e basta… No! Solo casi rari.

Non mettiamoci l’animo in pace.

 

Vincenzo Donvito Maxia