Putin apre al turismo cinese: la Russia guarda a destra, la Cina a sinistra

La Terra è tonda. Occidente e Oriente sono punti di vista, nonostante che il meridiano di Greenwich (0° longitudine) dal 1884 definisca la misurazione della longitudine da ovest verso est, dividendo il globo in due emisferi e determinando l’orientamento “da sinistra a destra” sulle mappe standard. In questo momento la Cina va a sinistra, la Russia a destra. La Cina molto lentamente, la Russia si sta costringendo a una brusca accelerazione.

Nel 2013, Xi Jinping ha lanciato la Belt and Road Initiative, più nota come Via della Seta, confermando la propria visione di lenta espansione verso occidente. La Via promuove l’espansione graduale e infrastrutturale della Cina attraverso rotte terrestri e marittime verso l’Europa e l’Occidente. Lentamente, ma inesorabilmente, viaggeranno verso occidente merci, energia, investimenti e sempre più persone. Nel 2014 la Russia ha invaso la Crimea in attesa di sfondare le porte dell’Ucraina.

Il 1 dicembre 2025, Putin ha firmato un decreto che permette ai cittadini cinesi di entrare in Russia senza visto per scopi turistici o di affari fino al 14 settembre 2026, per un massimo di 30 giorni. Vladimir con una firma ha eliminato l’obbligo di visto per 1,4 miliardi di cittadini cinesi.

Questo è senza dubbio effetto delle sanzioni contro la Russia in conseguenza delle quali il turismo occidentale è crollato dell’80% dal 2022. Le prenotazioni da Oriente sono invece cresciute del 400% in pochi giorni, con tutte le conseguenze del caso.

Putin spera che l’integrazione con la Cina sia favorevole, anche in chiave anti-occidentale e nel contesto della guerra con l’Ucraina. Non vede (per ora) che all’arrivo di turisti cinesi, per svago o per affari per un tempo limitato, cui seguirà inevitabilmente la penetrazione economica e demografica. Le regioni orientali della Russia, storicamente sottopopolate e ricche di risorse, sono geograficamente molto appetibili per l’espansione economica e demografica cinese. Il decreto del 1 dicembre 2025 non sarà solo una facilitazione turistica, ma si risolverà (lentamente come piace a Xi Jinping) in un promotore dell’integrazione eurasiatica sotto leadership cinese. La Russia, di fatto, diventa sempre più una periferia orientale dell’influenza economica di Pechino. Con tutte le conseguenze del caso.

Gian Luigi Corinto, docente di Geografia e marketing agroalimentare Università di Macerata, collaboratore Aduc