
Quest’anno le prove hanno coinvolto circa 11.500 scuole per un totale di circa 960.000 alunne e alunni della scuola primaria (classe II e classe V), circa 550.000 allieve e allievi della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti e studentesse della scuola secondaria di secondo grado.
Anche quest’anno la costante collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito, le Istituzioni scolastiche e INVALSI ha consentito di svolgere le prove in condizioni ottimali e le rilevazioni si sono svolte regolarmente su tutto il territorio nazionale con percentuali di partecipazione prossime al raggiungimento dell’intera la popolazione studentesca coinvolta. Tale risultato è frutto dell’impegno collettivo e generoso di tutte le scuole interessate che hanno dispiegato le migliori energie
per assicurare il buon esito finale, confermando la riconosciuta necessità di poter disporre di dati attendibili in un periodo che continua a dover tenere conto delle conseguenze a lungo termine del post-pandemia.
Le rilevazioni INVALSI 2025 hanno potuto confermare un dato recentemente reso pubblico da ISTAT: un significativo calo della dispersione scolastica ELET (in base alla definizione ufficiale adottata dalla UE, si tratta dei 18-24enni che non hanno conseguito un diploma di scuola secondaria di secondo grado e che non sono in formazione), passando dal 12,7% del 2021 e raggiungendo e superandolo al ribasso l’obiettivo del 10,2% fissato dal PNRR per il 2026 con un anno di anticipo. È un risultato di grande rilievo, che rappresenta un successo per il sistema educativo italiano. Ancora più incoraggiante è la prospettiva di raggiungere entro il 2030 anche il target europeo del 9% di abbandono scolastico precoce, obiettivo che ora appare pienamente alla portata del Paese.
Il significato di questo risultato va oltre la semplice riduzione numerica: sempre meno giovani lasciano la scuola anzitempo, e un numero crescente di studenti riesce a conseguire un diploma o a proseguire in percorsi di istruzione e formazione, con ricadute positive sull’equità sociale, sull’occupabilità e sulla coesione territoriale.
Questo ampliamento della platea scolastica comporta però anche un aumento della complessità interna del sistema educativo. Una quota significativa di studenti, che prima avrebbe interrotto il percorso scolastico, infatti, oggi rimane nel sistema spesso presentando maggiore fragilità negli apprendimenti. Tale dinamica si riflette inevitabilmente sugli esiti medi delle rilevazioni INVALSI, che tendono in alcuni gradi scolastici a una leggera contrazione. È però importante sottolineare che questo calo non è da intendersi come un peggioramento qualitativo, bensì come un effetto di popolazione legato a un accesso più ampio e inclusivo all’istruzione.
Il confronto nel tempo degli esiti della scuola primaria evidenzia una sostanziale stabilità rispetto all’anno scorso, anche se con alcuni modesti segnali di indebolimento, verosimilmente da attribuirsi ad una maggiore complessità della popolazione scolastica, soprattutto nella fase di prima alfabetizzazione.
In II primaria, dal 2024 al 2025, si registra una lieve diminuzione della quota di alunni e alunne che raggiunge almeno il livello base previsto in Italiano (66% nel 2025; 67% nel 2024), mentre in Matematica si osserva la stessa quota percentuale dell’anno scorso (67% nel 2025; 67% nel 2024).
In V primaria, la situazione si inverte: in Italiano si registra la stessa quota di allieve e di allievi che raggiunge il livello base (75% nel 2025; 75% nel 2024) mentre in Matematica si registra una flessione (66% nel 2025; 68% nel 2024) nella quota di allievi e allieve che raggiunge il livello base, riattestandosi alla percentuale registrata nel 2022. Anche per quanto riguarda l’Inglese, nella prova di Reading è da segnalare una contrazione (91% nel 2025; 95% nel 2024), mentre nella prova di Listening la quota di alunne e alunni che raggiunge il prescritto livello A1 del QCER si mantiene stabile (86% nel 2025; 86% nel 2024).
Gli esiti registrati nella scuola secondaria di primo grado nel 2025 in Italiano e Matematica sono sostanzialmente stabili, mentre gli esiti di Inglese (sia listening sia reading) sono in netto miglioramento. La quota di studenti che raggiunge risultati almeno adeguati, ossia in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali, in
Italiano si attesta al 59% (60% nel 2024), mentre in Matematica la quota è del 56% (invariata rispetto al 2021, 2022, 2023 e al 2024). In Inglese la quota di studenti che raggiunge il prescritto livello A2 è rispettivamente l’83% in inglese-reading (82% nel 2024) e il 70% in inglese-listening (68% nel 2024). È da registrare che, dall’inizio della rilevazione (2018) è aumentata di ben 9 punti percentuali la quota di allievi/e che raggiunge il livello A2 in Reading e di 16 punti percentuali in Listening. Purtroppo, rimangono ancora molto marcati i divari territoriali: in alcune regioni del Mezzogiorno si riscontra un maggior numero di allievi e allieve con livelli di risultato molto bassi.
Gli esiti nella scuola secondaria di secondo grado evidenziano che nelle classi seconde in Italiano il 62% degli studenti raggiunge almeno il livello base (invariato rispetto al 2024), mentre in Matematica la quota che raggiunge il livello base si attesta al 54% (55% nel 2024). Le differenze tra l’Italia centro-settentrionale e quella meridionale rimangono consistenti. Per la prima volta quest’anno nelle classi seconde della scuola secondaria di secondo grado sono state rilevate su base campionaria le competenze digitali degli studenti attraverso il framework europeo DIGCOMP. Alla sperimentazione hanno partecipato 498 scuole su 500 selezionate, rendendo la rilevazione altamente rappresentativa. I risultati ottenuti sono stati positivi e in linea con gli esiti da attendersi per studenti e studentesse di 15 anni, mostrando una buona padronanza nell’utilizzo consapevole e sicuro delle tecnologie digitali. Secondo quanto previsto dal DIGCOMP le competenze rilevate riguardavano: alfabetizzazione su informazione e dati (l’89% del campione di studenti raggiunge il livello adeguato); comunicazione e collaborazione (la quota di studenti che raggiunge il livello adeguato è il 91%); creazione di contenuti digitali (il livello adeguato è raggiunto dall’84%); sicurezza (85% degli studenti raggiunge il livello adeguato). Si tratta di un risultato molto incoraggiante, anche perché è più omogeneo a livello territoriale di quanto si riscontri per Italiano e Matematica.
Per quanto riguarda l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, i risultati delle prove INVALSI evidenziano una battuta d’arresto rispetto al 2024, ma la tendenza generale riguardo al post pandemia è quella di esiti sostanzialmente costanti. Va considerato, infatti, che le quote di popolazione scolastica rispetto al totale sono via via cresciute. In Italiano il 52% degli studenti (56% nel 2024) raggiunge almeno il livello base, mentre in Matematica il livello base è raggiunto dal 49% degli studenti (52% nel 2024). In Inglese il 55% degli studenti raggiunge i traguardi prescritti dal QCER (B2 per l’istruzione tecnica e liceale e il B1+ per quella professionale) nella prova di reading (60% nel 2024) e il 44% in quella di listening (45% nel 2024). Nonostante gli indubbi miglioramenti, la distanza dei risultati osservati tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno è ancora molto elevata.
Nel 2025 si registra un aumento della dispersione scolastica implicita (intesa come la quota di studenti che terminano il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali previste al termine di tale percorso)rispetto al 2024 (8,7% nel 2025; 6,6% nel 2024) attestandosi al valore registrato nel 2023, ma il trend di medio periodo resta in calo (9,8% nel 2021; 9,7% nel 2022; 8,7% nel 2023) in particolare nel Mezzogiorno. Questo dato va letto in un contesto in cui il sistema scolastico è diventato più efficace nel contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico accogliendo una popolazione studentesca via via più eterogenea e fragile, che in passato avrebbe avuto un rischio più alto di esclusione. In alcune regioni, come Puglia, Basilicata e Calabria, si osservano segnali di contenimento della dispersione implicita, soprattutto laddove sono state attivate azioni di accompagnamento e supporto alle scuole. Anche se con un andamento non sempre univoco, infatti, nelle regioni del Mezzogiorno raggiunte dagli interventi mirati e finalizzati alle specifiche esigenze territoriali messi in campo dal Ministero dell’Istruzione e del Merito gli esiti paiono incoraggianti e andare nella direzione attesa. Per rendere duraturo il contrasto alla dispersione, appare fondamentale intervenire già a partire dalla scuola dell’infanzia.