Pino Puglisi, il Vangelo contro la mafia

di Davide Romano

Sono passati trent’anni da quel 15 settembre del 1993, una data destinata a rimanere impressa nella memoria collettiva, il giorno in cui don Pino Puglisi fu ucciso dalla mafia. Era il suo 56° compleanno, e la sua vita venne spezzata davanti al portone di casa, nel cuore del quartiere Brancaccio di Palermo. Dietro questo vile omicidio si celavano i mandanti principali, i capi mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano, successivamente condannati all’ergastolo. A premere il grilletto fu Salvatore Grigoli, un uomo che, paradossalmente, in carcere intraprese un cammino di conversione.

La storia di Don Pino Puglisi è una testimonianza di fede e coraggio che sfida la stessa oscurità della mafia. Il suo sorriso in quegli ultimi istanti e le parole “Me lo aspettavo” dimostrano la sua consapevolezza del pericolo che correva e la sua determinazione a non cedere di fronte alla violenza criminale. Questo eroe della fede è stato beatificato il 25 maggio 2013, poco dopo l’elezione di Papa Francesco, riconosciuto come martire “in odium fidei” cioè in odio alla fede.

Don Pino Puglisi aveva capito che la linfa vitale delle mafie risiedeva nel muro di omertà e consenso che si creava tra la gente. Per contrastarlo, ha dedicato la sua vita a educare i giovani alla cultura della legalità, rendendoli consapevoli e desiderosi di rompere le catene che imprigionavano la Sicilia. Quando nel settembre del 1990 fu nominato parroco a Brancaccio, il quartiere della sua infanzia, Don Pino continuò a seguire questo stile di annuncio e incontro personale, creando strutture che facilitassero le relazioni.

La sua particolare attenzione si concentrava sui giovani e sulle problematiche sociali dei quartieri emarginati di Palermo. Fu un attento osservatore dei lavori del Concilio Vaticano II e diffondeva i suoi documenti tra i fedeli. Non ebbe timore, per esempio, di opporsi a un comitato che spendeva ingenti somme per la festa patronale, mentre la parrocchia mancava di spazi adeguati per le attività. Nel 1992, cominciò a progettare la creazione di una grande struttura parrocchiale, inserita in un’area verde, con annesso un teatro, uno spazio per le celebrazioni all’aperto, un gazebo e una biblioteca.

Don Pino Puglisi ha testimoniato che la paura non può essere l’ultima parola di chi crede in Cristo. La sua vita ci sfida a domandarci se sia folle affrontare le mafie con la forza disarmata del Vangelo. Forse lo è, ma è una follia che ci chiama ad amare i nostri nemici, a pregare per i nostri persecutori, a odiare il male ma a continuare ad amare le persone, anche quelle che sembrano essersi smarrite lungo il cammino dell’umanità. Don Pino Puglisi è un esempio straordinario di come la fede possa illuminare anche il cammino più buio e pericoloso, ispirandoci a lottare per la giustizia, la verità e la dignità umana.

 

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