Messina – «Ho presentato a novembre un’interrogazione sullo stato del Piano Commerciale – comprensivo di Piano Chioschi, Piano Edicole e Piano Posteggi – avviato durante l’amministrazione De Luca e mai completato. Dopo anni di attesa, la risposta dell’amministrazione è: primavera 2026, forse.
Tra l’altro, la mia interrogazione è arrivata il 24 novembre e l’incarico solo qualche giorno dopo. Strana coincidenza.
Non è accettabile. Anni per uno strumento fondamentale che blocca lo sviluppo della piccola impresa in città. Chi vuole aprire un chiosco per vendere frutta o prodotti alimentari non può ottenere l’autorizzazione. Le edicole in difficoltà economica non possono cedere l’attività a chi vorrebbe rilevarla, perché una volta decaduta la concessione non può essere riassegnata in assenza del piano. Gli ambulanti non hanno posteggi fissi e sono costretti a spostarsi continuamente senza possibilità di stanzialità.
Messina si rilancia anche dando regole chiare e strumenti concreti a chi vuole fare piccola impresa onesta. Il Piano Commerciale non è un optional, è uno strumento previsto dalla legge per regolamentare e sviluppare le attività su suolo pubblico.
Dalla risposta ricevuta emerge che l’amministrazione ha avviato nel 2025 una nuova procedura per l’affidamento del servizio di redazione del piano. Il contratto dovrebbe essere firmato entro dicembre, con 180 giorni per la consegna degli elaborati e successiva conferenza di pianificazione. Tutto questo per arrivare, forse, alla primavera del 2026.
Ma la domanda è: perché un iter avviato nel 2018, con mappature e relazioni già elaborate dai dipartimenti comunali, è stato bloccato per sette anni? Perché un lavoro già avviato è stato fermato e si è dovuti ripartire da zero nel 2025?
Chi vuole lavorare onestamente in questa città ha diritto a sapere dove, come e quando può farlo. Non può aspettare sette anni per una risposta. Le regole chiare non sono un favore, sono un diritto per chi vuole investire e creare opportunità di lavoro.
Il commercio su area pubblica non è abusivismo. È piccola impresa. È presidio del territorio. È servizio ai cittadini. Ma senza un Piano Commerciale, tutto questo rimane bloccato nell’incertezza normativa.
Messina ha bisogno di una classe dirigente che completi gli atti pianificatori previsti dalla legge. Una città che vuole rilanciarsi economicamente deve dare certezze a chi vuole lavorare, non alibi per l’immobilismo.
Primavera 2026: speriamo questa volta sia davvero quella giusta. Nel frattempo, continueremo a sollecitare l’amministrazione affinché rispetti i tempi annunciati e dia finalmente alla città uno strumento atteso da troppi anni».
Lo dichiara in una nota il vice presidente supplente del Consiglio comunale, Giandomenico La Fauci (Ora Sicilia).
