ORA … FACCIA A FACCIA IN FORZA ITALIA

Non passa giorno che non si registri un esodo da Forza Italia. Non prosegua la lettura il militante del “coito ergo sum”. Prego di non correggere nè grafia nè suono della lettera del virgolettato.

Eppure tutti quelli che non vogliono arrendersi ad una logica del Twitter, del selfie, dell’anarcoide sovranismo, di una crescita senza solidarietà, di una autonomia senza equità perequativa, di una responsabilità territoriale ma senza frammentazioni (sulle realizzazioni di reti infrastrutturali, sulle opportunità di scuola e lavoro, sugli investimenti in cultura, sulla tutela di arte e natura, sulla offerta quali-quantità omogeneamente diffusa di servizi pubblici), di una cittadinanza nelle regioni del sud che non può reggersi sul reddito di cittadinanza, etc. etc. hanno due scelte – stando alle attuali forze in campo – o PD o FI. Se non vuoi condividere il dilaniante tormento quotidiano di una partito che soffre della genetica “fusione a freddo” tra moderati popolari, socialisti e comunisti … sai (dovresti sapere) con chi stare.
Forza Italia è in un momento di transizione.
Dovendosi definire ruolo e proposta politica, sono stati nominati due coordinatori nazionali in vista di un congresso che, già sulla stessa indicazione della data, lascia intuire profonde crisi identitarie. Se ricondotte a sintesi ideologicamente strutturata (ma non di plastica ne’ tanto meno di plastica facciale) sarà programmaticamente e progettualmente ripartenza valida. Se ne uscirà un brodetto, ne’ carne ne’ pesce, sarà liquefazione assicurata. Non scissione … liquefazione!
Cinque ragioni – alla luce del dibattito a distanza attraverso interviste – depongono per preferire la campana Carfagna a Toti, migrante – per via dell’entroterra lombardo- tra la costa toscana e quella ligure.
  1. Vuole “primarie” riservate agli iscritti. Guardiamoci in faccia.
  2. È bella ed ha uno sguardo intenso. Da impenitenti lombrosiani … la faccia (dell’altro) ha il profilo di un pane sciapo.
  3. È del sud. Faccia a faccia con le sfide del mezzogiorno, del meridione, del mediterraneo.
  4. E’ colta, ricerca, approfondisce, discerne … a dispetto del cliché con cui era stata tratteggiata. Alla faccia di chi si abbandona prevalentemente a  titoli, scoop e sondaggi.
  5. Crede nel rilancio del partito. Giù la maschera dalla faccia di chi vuole subalternità rispetto alla Lega e a Fratelli d’Italia. L’alleanza fondata sulla speranza è una cosa, sulla paura un’altra; sulla lealtà è una cosa, sulla diffidenza un’altra; sul progetto politico è una cosa; sulla tattica elettorale un’altra.
A Messina, dopo avere in più occasioni criticato l’immobilismo causato dal commisariamento del Partito, da diversi anni ingessato dal monito “alt … fermo gioco” del Predidente on. Micchichè, avevo colto un segnale di novità nella nomina dell’ufficio sub-commissariale. Pensavo, che spostandosi la palla in questa parte del campo, almeno un torello o un tiro o un passaggio o un cross si sarebbe potuto vedere. Tuttavia, ancora a tutt’oggi, nessun sussulto. O non ci sono giocatori o la palla ancora è rimasta a Palermo. Sarebbe difficile credere ad un congresso serio se si confinasse il necessario confronto interno alla conta dei risultati delle immagino diverse mozioni (si intravedono naturalmente quelle di Toti, Carfagna, Tajani, Gelmini … persino Sgarbi ha annunciato un intento adottando lo slogan “Berlusconi è diventato come la Loren …”).
Alcuni interrogativi.
Il Sindaco di Messina … direttamente o indirettamente … parteciperà alle primarie … magari con qualche patto della pasta ‘ncasciata … se dovesse passare la linea Carfagna di primarie ristrette? Oppure la targa federativa Sicilia Vera – UDC è di impedimento?
Quanti sono e chi sono i consiglieri comunali del città dello Stretto e chi sono gli amministratori dell’intera provincia che apertamente sono in FI?
Vi è una rete attiva di sezioni (ops … club) più o meno tematiche di riferimento?
Si. Si. Sono d’accordo con voi. Non si capisce quello che scrivo. Meglio morire cauto e enigmatico pedalatore democristiano anni ‘70 che postmoderno  pragmatista bruffoncello ammantato da rosari senza pietas  (o croci senza Cristo) e/o vile postatore di gracchianti video-sociali.
Non credo ad alcuna rivoluzione dal basso degli istinti. Tutti quelli che parlano o intendono parlare direttamente alla gente hanno antenati (demagoghi e dittatori) che resteranno più illustri. Pero’ però … si arriverà – per i dissidenti – all’olio di ricino via fb!?
Forza Bel Paese. Sono destinato a degustare solo quello Galbani!? Meglio rivedere il “carosello” pubblicitario del 1963 con Paolo Panelli … ercolino sempre in piedi.
Emilio Fragale