O si fa il Ponte o la democrazia. Affari in salsa padana

C’è chi ha paura e chi è fatalista: il Ponte sullo Stretto fa di questi scherzi.  Ci sono quelli e quelle che si piazzano davanti alle telecamere mentre l’ansia cresce  a dismisura  e quelli che si rifiutano di vedere tanto cemento spalmato sul mare blu.

Qualunque sia il carattere o il grado di fatalismo, tutti vivono, sotto una cappa di grigio, il possibile arrivo del mostro sullo Stretto. C’è chi soffre per l’ambiente e la devastazione del territorio e chi soffre solo per poter mettere le mani su qualche pezzo di quella macchina d’affari chiamata Ponte. E allora alziamo la posta, l’ansia, la suggestione: e se si scatenasse  una guerra santa? Cosa farei? Dove andrei?  Come mi riparerei? Dove emigrare per non morire di Ponte?

C’è anche qualcuno che saggiamente crede che davanti, in mezzo, dentro fino al collo, a una situazione veramente brutta, come un possibile attentato terroristico stile 11 settembre, tutti debbano pensare a meno scemenze, fare meno scemenze, desiderare meno scemenze.

Chi sogna uno spalma Ponte di questi tempi? Chi ha voglia di farsi un po’ di mazzette in tempo di crisi economica? Chi sente impellente il desiderio di farsi qualche affare personale tra un dibattito e l’altro per avere quella scorta di euro per i tempi magri? Chi è disposto a farsi prendere dai gendarmi per qualche marketta in più?

insomma, ci sarà un po’ di serietà, almeno in questi tempi difficili. E la Procura, le Procure di Messina e Reggio Calabria hanno già attivato il pool mani pulite? Di questo ancora nessuno parla: le persone, se non altro oneste, vorrebbero sapere se gli anticorpi in che stato sono visto che nello Stretto di Messina bazzicano molti pescecani. Scoprire le porcherie prima che sia troppo tardi non è una idea malvagia.

Il Ponte sullo Stretto ci fa scoprire noi stessi: mentre il Paese rinasce con i soldi dell’Europa è bello sapere se ancora si può dissentire, unendosi in cortei, fiaccolate, comizi, partecipando a un “no collettivo” che ci fa sentire vivi e partecipi alla difesa della democrazia, della libertà. Ma è davvero la libertà di pensiero quella che vogliono i lobbisti del Ponte? E allora alzi la mano chi ha voglia di scemenze in tempo di Ponte. Perché questa è bassa politica, non economia italiana.