Non una di meno-Messina. Digos ostacola il corteo contro la violenza sulle donne

A pochi giorni dalla manifestazione cittadina contro la violenza sulle donne del 23 novembre a Messina, Domiziana Giorgianni del collettivo Non una di Meno-Messina ha ricevuto una diffida a produrre con urgenza “la citata documentazione utile allo svolgimento della manifestazione con corteo Contro la violenza sule Donne”.

 

L’espressione  “citata documentazione” fa riferimento a quando, circa un mese fa, a nome del collettivo Non una di meno – Messina, Domiziana  ha comunicato alla Questura di Messina, il previsto preavviso di pubblica manifestazione e in risposta, con atteggiamento intimidatorio e minaccioso, la Digos ha chiesto alla stessa di munirsi di documentazione riguardante la pubblica sicurezza.

Per far chiarezza  è importante dire che fornire tale documentazione spetta alle Autorità Pubbliche, che hanno il potere-dovere di attivare tutti i dispositivi per garantire il pacifico esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti, e non ai manifestanti o agli organizzatori. L’ adempimento, infatti, a titolo dell’organizzatore non è previsto da nessuna norma. In sostanza, alle donne di Non una di Meno Messina è stato detto che per  l’esercizio del diritto a manifestare le proprie idee bisognava svolgere una pratica che non è per nulla di loro  competenza. E, infatti, il corteo, ad oggi, non è stato vietato da nessuna comunicazione ufficiale. Alle minacce, insomma, non sono seguiti i fatti.

“L’assurda richiesta da parte della Digos – dice Domiziana Giorgianni – e  la pretesa che si svolgano dei compiti non di competenza degli organizzatori della manifestazione, è una chiaro ed evidente abuso di potere che va a ledere il fondamentale diritto di espressione. In più, il fatto che gli organizzatori siano delle donne, il fatto che a subire dal vessazione siano delle donne riporta l’ordine del discorso alla violenza di genere. Anche questa è violenza sulle donne. Pensare che si possa giocare con i nostri diritti, sfiancare  il nostro desiderio di lotta con richieste assurde significa pensare a noi come soggetti deboli e facilmente soggiogabili.

Ecco l’ennesima dimostrazione della natura strutturale della violenza di genere. Essa è intrinseca al sistema, ne fa parte e ne è suo prodotto. L’immagine di una donna debole e facile da sottomettere innerva completamente la società e i suoi organi di potere. Le forze dell’ordine hanno ben pensato di poter esercitare qualsiasi potere, anche quando di fatto non l’avevano, solo perché siamo donne.”

“Nella società odierna – continua Domiziana – veniamo continuamente discriminate e vittimizzate. Adesso anche ostacolate, con inutili faccende burocratiche, nell’esercizio del sacrosanto diritto di manifestare. E il fatto che tale vessazione avviene da parte di chi afferma di proteggerci fa emergere quanto contraddittorio sia il modello attuale su cui poggiano le azioni atte a difendere la dignità e l’incolumità delle donne”.

Non siamo disposte ad accettare un’altra violenza o discriminazione in più, siamo certe, a questo punto, di non poter fare affidamento su chi nei fatti ci ostacola e ci considera soggetto debole su cui esercitare qualsiasi tipo di potere.” segue.

Se da una parte questo episodio ha confermato l’abuso di potere esercitato dalla forze dell’ordine, dall’altro ha rafforzato la coscienza delle donne che sono ancora più decise a scendere in piazza.

“Domani il corteo si farà perché come abbiamo detto alle minacce non sono seguiti i fatti. E – conclude Domiziana – saremo in piazza e saremo ancora più numerose e determinate. Non abbiamo bisogno di essere protette ma ci difendiamo l’un con l’altra, la nostra forza sta nel nostro fronte sempre più unito e compatto. Unite, forti e determinate ci impegneremo quanto più possibile nella lotta contro ogni discriminazione di genere e affinché  sia sempre  garantito a tutte il diritto di manifestare”