NEI TG SI ALLENTA LA MORSA DEL COVID. E RITORNA LA GRANDE CRONACA

Nel corso del primo semestre 2021 si è manifestata una stabilizzazione nell’audience del prime time, con un lento ma progressivo ritorno ai livelli di pubblico che avevano caratterizzato le stagioni precedenti all’esplosione della pandemia da Covid-19. Se nei mesi primaverili l’audience media dei Tg di serata si è mantenuta più alta rispetto agli anni passati, con uno scarto quotidiano di circa 2 milioni di spettatori in confronto alla primavera del 2019, con lo scorso giugno e la fine del “coprifuoco” si è registrata una marcata caduta negli ascolti, che si sono riallineati ai valori tipici delle passate stagioni tardo primaverili. Tutto ciò è accaduto senza che si registrasse alcuna rilevante modifica di posizioni, salvo un lieve guadagno per il Tg1 rispetto ai principali competitor della fascia delle 20. Questi alcuni elementi emersi dall’analisi dell’Osservatorio Tg Eurispes – CoRiS Sapienza sui dati relativi ai primi sei mesi del 2021.

Con il relativo abbassamento della tensione, il filone della cronaca, rimasto sepolto durante tutto il 2020, comincia a riaffiorare ad aprile, per tornare a rappresentare tra maggio e giugno la “killer application” del prime time. Drammatiche vicende quali la strage del Mottarone ed il caso di Saman Abbas, sono tornate – come accadeva negli anni passati – a polarizzare tensioni ed ansie di un pubblico che, ad un anno dal primo lockdown, sembra ormai aver in parte “metabolizzato” la tragedia della pandemia.

Un’analisi delle singole testate evidenzia che Tg1 e Tg3 sono quelle che durante la primavera del 2021 hanno maggiormente conservato il pubblico che si era materializzato durante il periodo acuto della pandemia. Lo scenario muta però con l’arrivo dell’estate: se Tg1 guadagna in termini di percentuali nei confronti del “concorrente” Tg5, Tg2 e Tg3 restano sostanzialmente attorno agli stessi valori del 2020, in una posizione di parità che, come negli anni passati, vede il Tg di Mario Orfeo perdere il vantaggio guadagnato nella stagione primaverile rispetto alla testata diretta da Giuliano Sangiuliano.

Come emerge da una panoramica globale dei “mondi narrativi” evidenziati dall’analisi lessicometrica dei titoli delle sette testate nazionali il ritorno della cronaca nera, ancor più dell’indipendenza della narrazione politica ed economica, sembra essere ciò che questi primi sei mesi del 2021 lasciano sul tavolo. Prendendo ad esempio l’ultimo dei sei mesi analizzati, quello di giugno, un 23,3% del repertorio va a costituire una sorta di “isola della nera”, alimentata dall’anniversario di uno dei più famosi misteri d’Italia, la strage di Ustica, e dagli strascichi del dibattito sul Mottarone. Il “continente” che vi si contrappone si compone di quattro regioni, e quella relativa alla narrazione del virus, che copre il 23,7% del repertorio, ha i confini più definiti («Delta», «Vaccino», «Contagio», in grigio nel grafico 9): poche le zone di sovrapposizione con il cluster “internazionale” («Biden», «Vertice», «Calcio»), che arriva a un 22,2% del repertorio comprendendo anche parte della discussione sugli Europei di calcio. Ben più interrelati i cluster relativi alla politica, che si riappropria dei suoi spazi articolando la propria narrazione in una dimensione più “partitica” («Centro-destra», «Salvini», «Berlusconi»), e una più “socio-economica” («Zan», «Licenzianti», «Sindacato»), per un complessivo 30,7% del repertorio.

Dall’analisi del numero delle citazioni dei principali leader politici nelle titolazioni dei Tg di prime time nel primo semestre 2021, emergono con chiarezza diversi trend.

Il Premier Draghi è divenuto – com’era naturale che accadesse – la figura più seguita dal prime time, superando già da marzo il predecessore Conte per numero di citazioni. Comunque, la media delle citazioni nei titoli è stata tra marzo e giugno intorno alle 120 mensili, valore che per un leader di governo rappresenta un risultato fisiologico. Scende l’attenzione per la politica “dei partiti”, con la sola eccezione di Matteo Salvini che, inquadrato a febbraio per la sua svolta in chiave europeista con il sostegno al governo Draghi, ha continuato a mantenere un’elevata presenza nei mesi primaverili.

Sul versante dei 5 Stelle, la prolungata crisi interna sulla quale Grillo è entrato a giugno a gamba tesa, contribuisce a mantenere “alto” l’ex premier Conte nelle edizioni di prime time. Discorso assai diverso per il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che dopo aver collezionato in gennaio ben 136 citazioni per la rottura che ha portato alla conclusione del Conte 2, viene progressivamente ad eclissarsi, raccogliendo da marzo a giugno appena 24 menzioni nei titoli. Stabile invece la presenza del Pd in scaletta, con Enrico Letta che, eletto a marzo, prosegue nel solco lasciato da Nicola Zingaretti, raccogliendo mediamente 36 citazioni mensili tra aprile e giugno.