MESSINA: SOLIDARIETÀ AI CONDANNATI PER L’OCCUPAZIONE DELL’EX CASERMA CARABINIERI

Messina – Giorno 12 luglio, apprendiamo da una nota stampa diffusa dal sindacato Unione Inquilini, sono state ingiustamente condannate, a Messina, in primo grado a un anno e sette mesi di reclusione 23 persone che nel 2015 hanno occupato uno stabile abbandonato e dismesso da anni: l’ex caserma dei Carabinieri situata sopra piazza San Vincenzo.

Abbiamo sostenuto la battaglia di queste famiglie sin dall’inizio dell’occupazione: più di 40 persone – la maggior parte minori – spinti dalla necessità di avere un tetto sulla testa e da una grande determinazione, hanno occupato lo stabile in disuso, sito in via Gesù e Maria in San Leone, di proprietà della famiglia Stagno D’Alcontres che, dagli anni ’60 del secolo scorso, ha ospitato sia la Compagnia Messina Centro che gli alloggi per le famiglie dei Carabinieri.
La proprietà si è assicurata fino al 2010 una sicura rendita immobiliare a lungo termine locando per decenni ai Carabinieri l’intero stabile mediante la Prefettura di Messina.
A febbraio del 2015 le famiglie occupanti sono state prontamente sgomberate dalla polizia a seguito di un sequestro preventivo della struttura. La struttura presentava importanti problemi strutturali quindi doveva essere “svuotata”.
Si potrebbe pensare che, con senso civico, responsabilità a tutela della pubblica incolumità, la proprietà si sia attivata per porre in essere tutti gli interventi edilizi necessari. Questo non è avvenuto!
La struttura di 5 piani, con un piano seminterrato adibito ad autorimessa, oggi, dopo 13 anni, è ancora chiusa e necessita a maggior ragione di azioni urgenti per la messa in sicurezza.
Nondimeno la famiglia Stagno D’Alcontres, si è impegnata, in questo caso sì, con laboriosità e intransigenza a fare la guerra agli occupanti, e scagliarsi contro queste famiglie povere.
La proprietà in ogni caso la condanna l’ha già emessa!
Esprimiamo tutta la nostra rabbia e deplorazione davanti a questa vergognosa e inaccettabile presa di posizione.
Persino la Procura decise di archiviare tre anni fa il procedimento, ma l’ineffabile famiglia nobiliare messinese si oppose ottenendo dal giudice il rigetto della richiesta.
La tracotanza e la sete di vendetta hanno prevalso in questa fase; per tali motivi da domani contribuiremo a batterci e creare reti di solidarietà per ottenere giustizia fuori e dentro le aule di tribunale.

Nicola Candido – Segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea della Sicilia
Antonio Currò – Segretario Circolo “P. Impastato” del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea  – Messina