Messina, l’antimafia, mostre e mostri. Pensieri di un eremita che ama la Giustizia

Messina – A volte vivo attimi così, sono un rompiballe. Si riparte con la voglia di legalità e non solo con le mostre antimafia fashion: come non esultare nell’apprendere che nell’ambito delle manifestazioni per il trentennale delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio è stata allestita nell’atrio di Palazzo Zanca (Comune di Messina) la mostra fotografica itinerante “L’eredità di Falcone e Borsellino”, organizzata dall’ANSA, dalla Regione siciliana e dal Fondo Sociale Europeo e curata dalla società Quater Academy.

Alla cerimonia di inaugurazione, alla presenza del Sindaco Federico Basile, hanno preso parte gli Assessori comunali Massimo Finocchiaro e Liana Cannata; il Provveditore agli Studi di Messina Stello Vadalà; il Direttore ANSA regionale Franco Nuccio; il dott. Pietro David in rappresentanza dell’Autorità di Gestione Fondo Sociale Europeo; oltre a rappresentanti delle autorità militari e civili delle istituzioni civili e giudiziarie e una delegazione di studenti delle scuole cittadine. Evviva torna la voglia di rimboccarsi le maniche…ma sarà davvero così? O si tratta solo di fiera della vanità? D’accordo, ho più di un pregiudizio nei confronti di questi appuntamenti a orologeria, come se le Istituzioni, o meglio quei personaggi che le rappresentano, si ricordano di dover combattere la mafia. 

Ho paura che chi ci rappresenta non abbia capito che la mafia non è materia leggera. Non a caso ho registrato alcune anomalie che si sono verificate nelle ultime settimane che dimostrerebbero un nuovo pericoloso intreccio tra sospettabili e insospettabili a discapito della verità, della stessa Giustizia. Si dice che spesso i Codici vengono ignorati così mi chiedo: per colpa di chi? Sappiamo pochissimo di quel che accade dietro le quinte di un processo e pur rispettando i magistrati, resto sorpreso dall’esito di molte inchieste. Direte: nulla di nuovo sotto il sole.

E se vince la solita gente che ci narcotizza da venti e passa anni, qualcosa di sbagliato ci sarà nell’approcciare certe storie, o no? Da qualche tempo si sente parlare molto di solidarietà, impegno nel sociale, lotta per gli ultimi: meditate e diffidate, è il modo meno caro di dire “noi siamo buoni e voi siete cazzoni”.

Prima che vi rubino anche l’ultimo euro per beneficenza a favore dei ricchi vi ricordo che la solidarietà dev’essere un plus, col volontariato, in uno stato sociale che funziona, che equilibra, che provvede, non già sostituirsi alle carenze o alle assenze dello Stato. Poi se l’attività assistenziale è sospetta (basta guardare il loro conto in banca e locali che frequentano) diffidate dei buoni e aiutate i cazzoni!