MESSINA: LA LOTTA ALLE MAFIE AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA

L’operazione antimafia conferma la presenza strutturale della criminalità organizzata nella città di Messina con un radicamento profondo in alcuni quartieri e con un inserimento sempre più pervasivo nell’economia legale. Quello che emerge dalle indagini ribadisce come la mafia accompagni all’esecuzione di attività illecite, prima di tutto il traffico di stupefacenti, la necessità di costruire un immaginario che crei appartenenza e identità, attraverso l’organizzazione di eventi – come le corse clandestine dei cavalli – che ne enfatizzano il ruolo di controllo del territorio. L’ultimo elemento di analisi, in continuità con le recenti operazioni, riguarda il passaggio generazionale nella guida dei clan e il legame con la mafia catanese dei Santapaola.

 

Uno scenario inquietante che racconta di una città le cui dinamiche sociali, economiche e culturali sono profondamente influenzate da una presenza costante che orienta le direttrici dello sviluppo e della crescita in maniera irrimediabile. Il coinvolgimento di giovani e giovanissimi dimostra come intere generazioni crescono e vengono “educate” ai disvalori, alla violenza, alla sopraffazione con un pregiudizio decisivo per il loro presente e per il loro futuro. Per questi motivi nello scorso mese di luglio, il gruppo parlamentare di LeU ha interpellato il Ministro dell’Interno per conoscere “quali iniziative di controllo del territorio e di prevenzione e di contrasto della criminalità abbia messo o intenda mettere in atto, per il tramite della prefettura di Messina, anche attraverso l’attivazione delle competenze e delle risorse del «Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica», con il pieno coinvolgimento degli enti pubblici e delle amministrazioni locali”.

La politica cittadina deve mettere al centro della propria agenda la lotta alle mafie. Se è vero che ormai siamo lontani dalla retorica della “città babba” è altrettanto vero che questo tema decisivo non viene acquisito come priorità. Non si può immaginare un possibile rilancio per Messina senza aggredire con forza e determinazione dinamiche perverse che, legate a fenomeni corruttivi e al mal funzionamento della macchina burocratica della pubblica amministrazione, rappresentano un’incredibile zavorra per qualsiasi ipotesi di sviluppo. Si dia piena attuazione al Regolamento Comunale Antimafia e si rafforzino misure di controllo del territorio attraverso una presenza capillare delle istituzioni. Dentro questa logica vanno ripensate le politiche sociali nel loro complesso. Mettere al centro le scuole e i percorsi educativi ma anche qualificare politiche abitative e i percorsi di risanamento oltre che un welfare giovanile che orienti al lavoro nella consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri.

La sinistra e il centro-sinistra hanno tra le ragioni fondanti l’antimafia sociale e politica, non solo per figure come Placido Rizzotto, Peppino Impastato, Pio La Torre e Pier Santi Mattarella, ma per tante esperienze amministrative realizzate specie nel Sud e in Sicilia. Per questo riteniamo fondamentale che, nella costruzione dell’alternativa, le forze progressiste messinesi debbano individuare come pilastro fondamentale strategie di contrasto alle mafie e politiche di sviluppo orientate alla giustizia sociale e all’uguaglianza ed in questa direzione ci attiveremo per organizzare un percorso di approfondimento e condivisione.

 

Domenico Siracusano

Segretario Provinciale

Articolo UNO

Maria Flavia Timbro

Responsabile Nazionale Lotta alle mafie e alla corruzione

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