Messina: Agenzia per il risanamento, se non ‘carrozzone’, ‘carrozzino’?

Le vicende di Messina acquistano evidenza e nitore man mano che passano i giorni e si mette a nudo l’intento ‘vero’ del Sindaco della città. La sua determinazione, rivolta a fin di bene, devia, distrae chi nell’opinione pubblica coltiva aspettative, ove, per lunghi anni, l’inerzia ha mortificato la speranza di vedere le ‘baracche’ rimosse e le aree risanate definitivamente.

 

Se oggi il tempo è maturo per la necessaria bonifica e consequenziale ricostruzione, queste non possono permettersi visioni astratte, ma abbisognano di progetti e realizzazioni, di qualità abitative ed efficienze amm.ve. L’idea concepita tuttavia ci fa partire dalla natura giuridica di quello che dovrebbe essere lo strumento risolutivo per approdare in quell’orizzonte in cui dovrà definirsi il profilo ‘significativo e reale’ delle scelte da compiersi.

L’art. 62 della finanziaria appronta e definisce il quadro giuridico di un ente non economico strumentale che, teoricamente, dovrebbe essere quello prescelto dal Comune di Messina. Siffatto principio deve, però correlarsi, all’art 114 del TUEL che disciplina le aziende speciali che, per qualificazione giuridica, assumono la ‘mission’ di impresa e regole economico finanziarie che non hanno nulla a che vedere con gli enti strumentali non economici.

Qui sorgono le prime concrete poco decifrabili aporie. Le aziende speciali, infatti, sono state individuate e destinate principalmente all’erogazione di servizi pubblici in modo economico, con pedissequo contenimento dei costi, e con principi imprenditoriali, sì da renderle strumentazioni efficienti e fruttifere.

L’agenzia, così come individuata dalla legge, cura la costruzione e realizzazione di immobili per destinarli ad abitazione delle famiglie che risiedono in zone di risanamento, ovvero l’agenzia con siffatta natura giuridica e patrimoniale dovrebbe essere tesa alla promozione di investimenti privati per la realizzazione di immobili da destinare allo stesso scopo.

La legge, a conferma proprio che l’agenzia non svolge attività paragonabile a quella di una azienda, dovrà, nelle condizioni modulate e date, farsi carico dei canoni di locazione degli immobili. Con ciò si è introdotto un principio, mai previsto fin’ora, che il Comune andrebbe a pagare l’affitto sostituendosi alle famiglie che abitano nelle zone oggetto di risanamento.

Con ciò generando pure una macroscopica disparità di trattamento con tutti gli altri cittadini che occupano alloggi di ERP in tutta la città. Da qui si aggiungono ulteriori perplessità per quanto concernono le competenze trasferite: dal tenore della Legge sembrerebbe che tutte le funzioni del comune previste dalla legge regionale 10/’90 sono trasferite all’agenzia.

La legge reg. 10/’90 prevedeva e trasferiva in capo alla giunta la competenza in materia urbanistica di approvare varianti ai piani di zona al posto del consiglio comunale: anche questa competenza (rectius: funzione) è trasferita all’agenzia ?

Altro profilo su cui dubitare sarebbe la carenza di previsione regolativa degli organi di governo e delle regole del suo funzionamento da farsi preventivamente risiedere nello statuto, quale fonte legittimante a fortiori per i principi autonomistici, perché se una agenzia la istituisce la regione e non il comune, sarà la regione a dover stabilire le regole, che qui mancherebbero, e il cui scarto non sarebbe possibile colmare con i poteri sottordinati dell’esercizio dell’autonomia locale.

Altre aporie si rivengono ove si rivolga l’attenzione alle fonti di finanziamento, che, ad oggi, risultano veramente certe quelle di 500 mila euro, previsti nella legge in questione ed i residui ex l. 10/90 (circa 30mln dopo che il comune avrà rendicontato alla Regione le somme spese in precedenza).

Tutte le altre somme saranno da individuare e trasferire da parte della regione ed al momento non ci sono previsioni. E anche sui dati non appaiono esiti definiti; infatti, non vi è certezza sui numeri: quante case servono ? Quante ce ne sono realmente disponibili ?

Sul punto bisognerebbe partire da un censimento, ovvero da una ricognizione necessaria e preliminare che a tutt’oggi è del tutto assente. Anche, quando il sindaco parla di 2.300 case per altrettante famiglie che abitano in baracca, non si tratterebbe di dato certo e del tutto veritiero. L’IACP, organo preposto all’edilizia economica e popolare, parla di circa 1.000 famiglie oltre Fondo Fucile (circa 120).

In tutta questa confusione non si sa bene chi abbia ragione, quali siano i dati del censimento e se questi allo stato attuale siano consultabili. Sicché l’Agenzia del Risanamento di Messina appare, a oggi, molto fumosa e con profili talmente dubbi che potrebbero sconfinare nell’illegittimità a partire dalla sua costituzione. E, per dirla tutta, visto il dar luogo a pagamenti già dagli impegni di funzionamento, ecco qualificarsi e integrarsi l’ipotesi violazioni di norme, ove si accerti che mancano le attribuzioni ovvero sarebbero solo duplicati delle funzioni d’ufficio di IACP o di uffici comunali a queste competenze demandati.

Certo qualche ulteriore dubbio si rinviene nei metodi prescelti, laddove la selezione degli amministratori dell’Agenzia sia passata dallo scrutinio di 300 curricula letti e cestinati in poche ore dalla commissione preposta dal sindaco. Così se il fare amministrazione non risponde al fare ‘legittimamente’, la pur giustificata determinazione amministrativa di Cateno De Luca non appare in grado di fugare i dubbi, che si qualificano seri ed approfonditi sulla gestione dello stato di emergenza.

Difatti lo stato di emergenza, com’è d’uopo, dipende da Autorità sovraordinate e non da una agenzia comunale che esercita poteri derivati dal diritto e dai poteri riconosciuti all’autonomia nell’ordinamento degli enti locali, ma non certo in grado e/o sufficienti per potersi sostituire ad Autorità Regionale e/o Statale, come a esempio l’Ufficio della Protezione Civile.

Questi sono tutti elementi da approfondire, onde sgombrare il campo da tedio e nebbie che fanno pensare e rinviano al concepimento di idee ed ipotesi da prima repubblica.

Pier Paolo Pisolo