L’insostenibile leggerezza dei bit e della cocaina

L’idea che il valore di una merce dipenda sempre dal suo peso è sballata. La cocaina si trasporta meglio delle sigarette, le merci leggere viaggiano più velocemente, attraversano i confini più facilmente, sono meno controllabili e meno tracciabili. I bit sono ancora più leggeri della polvere di cocaina, che già ha un rapporto valore/peso stratosferico. Le mafie mondiali hanno capito prima e gestito meglio degli Stati il valore della leggerezza delle merci, dapprima commerciando in cocaina, poi usando il cyberspazio per fare affari. L’agilità di pensiero è andata di pari passo con la velocità delle decisioni mafiose.

I bit, elementi fondamentali della comunicazione digitale, si diffondono meglio di una polvere leggera: estremamente volatili, attraversano rapidamente reti criptate, social media e dark web. La leggerezza digitale consente all’informazione di propagarsi con estrema velocità e capillarità, permettendo alle organizzazioni mafiose di coordinarsi, comunicare ordini e attività, organizzare reti di spaccio, influenzare opinioni e reclutare gente con grande efficacia e discrezione. I bit diventano così la linfa invisibile di tali reti criminali, frammentati ma capaci di generare un impatto strategico notevole.

La mafia ha mostrato una capacità superiore agli Stati nel cogliere il potenziale dei bit digitali, adottando velocemente tecnologie come la crittografia, le criptovalute e i sistemi di comunicazione sicura (cripto-telefoni, piattaforme end-to-end) molto prima che le istituzioni potessero dotarsi di strumenti e leggi adeguate. Questa rapidità ha permesso alle organizzazioni criminali di operare su scala globale con un vantaggio competitivo, creando una mafia digitale ibrida dove le nuove generazioni di nativi digitali mafiosi uniscono competenze tecnologiche e codici tradizionali.

Gli Stati, invece, sono spesso costretti a inseguire, rallentati da limiti burocratici e normative poco aggiornate, senza strumenti investigativi altrettanto rapidi e sofisticati. Ogni tanto assumono un hacker pagato profumatamente. Ma la mafia può pagare di più.

Al peso fisico inesistente dei bit corrisponde un valore reale immenso all’interno delle reti mafiose. Bit diffusi e frammentati possono contenere codici, informazioni di intelligence, ordini di traffici e finanziamenti, o simboli di potere con un’enorme forza operativa. Questa dicotomia tra leggerezza e valore è il cuore della nuova strategia mafiosa nel cyberspazio: usare molecole digitali impalpabili per costruire strutture di controllo, riciclaggio e influenza tanto potenti quanto invisibili agli occhi tradizionali.

Per le autorità, la sfida è doppia: da un lato la rapidità e la diffusione capillare dell’informazione mafiosa rendono difficile intercettare e bloccare comunicazioni cruciali; dall’altro, l’apparente leggerezza e dispersione dell’informazione richiedono metodi investigativi sofisticati per attribuire valore reale ai contenuti. La capacità delle mafie di operare in un mondo ibrido, digitale e analogico, sfruttando la velocità e la leggerezza informativa, rappresenta un modello evolutivo ricalcato sul commercio della polvere che rende il fenomeno ancora più difficile da contrastare.

Gian Luigi Corinto, docente di Geografia e marketing agroalimentare all’Università di Macerata, collaboratore Aduc