LEONE XIV COMMEMORA I MARTIRI DELLA FEDE DEL XXI SECOLO

Domenica la stampa ha ricordato il compleanno di Papa Leone XIV, ma poi ha trascurato la sua commemorazione dei Martiri e Testimoni della fede del XXI secolo. Lo ha fatto insieme ai Rappresentanti delle altre Chiese e Comunioni Cristiane, presso la Basilica di San Paolo Fuori le Mura. Ho preso la notizia dal blog ACI Stampa.com, a sua volta segnalato nel blog Ifamnews.com/it (Marco Mancini, Nuovi Martiri, Papa Leone XIV: “Non possiamo, non vogliamo dimenticare. Vogliamo ricordare”, 14.9.25, acistamNNJpa.com)

“Siamo convinti – ha esordito il Papa nell’omelia – che la martyria fino alla morte è «la comunione più vera che ci sia con Cristo che effonde il suo sangue e, in questo sacrificio, fa diventare vicini coloro che un tempo erano lontani.  Anche oggi possiamo affermare con Giovanni Paolo II che, laddove l’odio sembrava permeare ogni aspetto della vita, questi audaci servitori del Vangelo e martiri della fede hanno dimostrato in modo evidente che l’amore è più forte della morte”.

Tanti fratelli e sorelle, anche oggi, a causa della loro testimonianza di fede in situazioni difficili e contesti ostili – ha aggiunto – portano la stessa croce del Signore: come Lui sono perseguitati, condannati, uccisi. Sono donne e uomini, religiose e religiosi, laici e sacerdoti, che pagano con la vita la fedeltà al Vangelo, l’impegno per la giustizia, la lotta per la libertà religiosa laddove è ancora violata, la solidarietà con i più poveri”.

Durante il Giubileo – ha osservato Leone XIV – “celebriamo la speranza di questi coraggiosi testimoni della fede. È una speranza piena d’immortalità, perché il loro martirio continua a diffondere il Vangelo in un mondo segnato dall’odio, dalla violenza e dalla guerra; è una speranza piena d’immortalità, perché, pur essendo stati uccisi nel corpo, nessuno potrà spegnere la loro voce o cancellare l’amore che hanno donato; è una speranza piena d’immortalità, perché la loro testimonianza rimane come profezia della vittoria del bene sul male. La loro è una speranza disarmata. Hanno testimoniato la fede senza mai usare le armi della forza e della violenza, ma abbracciando la debole e mite forza del Vangelo”. A questo punto il Papa ha elencato alcuni martiri e le loro caratteristiche. Gli esempi sarebbero tanti, perché purtroppo, nonostante la fine delle grandi dittature del Novecento, ancora oggi non è finita la persecuzione dei cristiani, anzi, in alcune parti del mondo è aumentata”. “Non possiamo, non vogliamo dimenticare. Vogliamo ricordare. Lo facciamo – ha scandito Leone XIV – certi che, come nei primi secoli, anche nel terzo millennio il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. Vogliamo preservare la memoria insieme ai nostri fratelli e sorelle delle altre Chiese e Comunioni cristiane. Desidero quindi ribadire l’impegno della Chiesa Cattolica a custodire la memoria dei testimoni della fede di tutte le tradizioni cristiane”.

L’ecumenismo del sangue – ha concluso – unisce i cristiani di appartenenze diverse che insieme danno la vita per la fede in Gesù Cristo. La testimonianza del loro martirio è più eloquente di ogni parola: l’unità viene dalla Croce del SignorePossa il sangue di tanti testimoni avvicinare il giorno beato in cui berremo allo stesso calice di salvezza.

a cura di Domenico Bonvegna