L’avesse detto: La morale di Federico Basile

Per il sindaco di Messina, Federico Basile, non c’é niente di “penalmente” o moralmente disdicevole nelle “promozioni” di Salvo Puccio, direttore generale del Comune. Se Puccio era l’uomo a tutto campo di Cateno De Luca, lo è ancor di più per Basile visti i tanti e molteplici incarichi a cui è chiamato a rispondere. Lasciamo stare l’aspetto penale – non è affare nostro e neppure del sindaco di Messina: semmai ci fosse qualche dubbio o anomalia, ci sarà prima o poi un giudice che farà chiarezza.
Quanto al profilo morale, viceversa, il giudizio di Basile suona magari non impertinente, ma di certo sbalorditivo. Se ne ricava, infatti, che il primo cittadino di Messina non ritiene affatto sconveniente che il geologo Salvo Puccio metta piede e presenza in tanti palazzi e società che andrebbero controllati dal Comune di Messina.
A questo punto la domanda da porsi è una e una sola: ma chi è Salvo Puccio…? forse il testimonial della pubblicità di un profumo maschile, molto invoca negli anni Ottanta, dedicata “all’uomo che non deve chiedere mai…”?

In verità, se il sindaco Basile ci passa il termine, ci sembra un personaggio di certi reality show in cui intere équipe di specialisti cercano di trasformare (in meglio si spera) una persona in un’altra, il brutto anatroccolo nel cigno, chi non è perfetto in qualcosa di meno imperfetto. Senza riandare a certi exploit della Prima e Seconda repubblica, per rimanere in politica.
Se la memoria non ci inganna – Basile e Puccio mi perdoneranno, spero, in caso contrario userò il cilicio, il digiuno e altre penitenze corporali per riparare alle sviste  – Puccio era stato assunto dall’Amam per 3 anni ma dopo 6 mesi diventò direttore generale del Comune di Messina; invece di dimettersi si mise in aspettativa per ben 30 mesi.
Questa quasi – certezza della permanenza del professionista (e della prassi) che sgorga nella vita di questo brillante uomo mi ha dato, lo confesso, un fremito di gioia: se vale per Puccio – mi son detto – c’è qualche speranza anche per noi di veder conservata la memoria delle nostre poche opere professionali, oltre che la poltrona (che in verità non ambisco). Insomma, non bisogna aver scoperto chissà quale medicina miracolosa per essere rammemorati dal potere e perché no, dai posteri. Infatti pur non avendo fatto chissà quale opera straordinaria alla scadenza dei 3 anni (mentre è ancora in aspettativa) l’Amam gli rinnova il contratto per altri 2 anni motivando con la necessità di dare continuità ai progetti.


Peccato che dimenticano che dopo i 6 mesi di Puccio ci siano stati altri tre dirigenti tecnici ing. Lamberto (per 6 mesi come soluzione interna), l’ing. Arena che pur essendo vincitore di un concorso, dopo pochi mesi si è dimesso. Dopo c’è stato un altro concorso vinto dall’ing. Barone: ma anche lui, dopo sei mesi circa, ha gettato la spugna.
Ci sarebbe di che riflettere su questa fuga di personale dll’Amam e su come e perché Puccio o chi per lui, ne possa avere rappresentato l’apripista. Ma, aggiungo a scanso di equivoci – che pur riflettendo, poco dopo, sono caduto nel più nero sconforto. Noi, in quanto giornalisti, non siamo destinati a passare dalla cruna dell’ago. E meno che mai Salvo Puccio, che nella categoria dei professionisti a cinque stelle, non figura tra i memorabili, checché ne possono pensare Cateno De Luca e Federico Basile.
Puccio, a suo modo, è un caposcuola nel fare carriera nella Repubblica deluchiana. Ma anche qui ognuno la pensa come vuole. Non a caso, c’è chi sostiene – lo riportiamo, per onor di cronaca – che ci sarebbe una questione di incompatibilità e/o inconferibilitá in quanto Puccio, Direttore generale del Comune, che è il socio unico di Amam, esercita il controllo sulla società.
Non solo. Per alcuni politici c’erano dei profili di incompatibilità al momento della nomina in quanto Puccio era Dirigente della Provincia che eroga i fondi MASTERPLAN.
In quella occasione AMAM ha chiesto un parere ad ANAC (parere favorevole). E allora ci sarebbe da chiedersi perché Puccio e sempre Puccio?Stanno solo conservando un posto di potere in vista del passaggio al nuovo gestore di provinciale ATI che dovrà gestire nei prossimi 20 anni il sistema idrico integrato di tutta la provincia di Messina per un importo presunto di 3 miliardi di euro? Non c’è nulla di male potrebbero sostenere De Luca e Basile, anzi ci può essere molto di bene, nell’essere Salvo Puccio in tempi di magra politica… Il tempo che passa, di solito, è galantuomo. E così siamo alle prese con una proroga sospetta, un parere ‘preso in prestito’ e la norma abrogata: la Determina Amam solleva ai più, nuovi dubbi.

Punti chiave che andrebbero esplorati
   
La Giustificazione della Proroga vs. la Realtà dei Fatti:
◦ La determina giustifica la proroga con la necessità di “evitare l’interruzione della continuità amministrativa e organizzativa, preservando il know-how maturato”

◦ Contraddizione: Puccio è stato effettivamente in servizio come Dirigente Tecnico solo per un breve periodo. La sua assunzione è avvenuta il 02/05/2022, ma ha successivamente ottenuto un periodo di aspettativa per ricoprire l’incarico di Direttore Generale del Comune di Messina. Il contratto viene prorogato per un ulteriore periodo di due anni, con decorrenza dal 02/05/2025 e sino al 01/05/20274. La determinazione stessa fa riferimento alla nota di Puccio del 18/04/2025 in cui chiede la “prosecuzione del periodo di aspettativa non retribuita”.
◦ Interrogativo: Di quale “continuità” si parla se Puccio non è in servizio e la posizione è stata ricoperta da altri nel frattempo?

Il Riferimento Normativo Errato e Abrogato:
◦ La determina cita l’articolo 10 del D.Lgs. n. 368/2001 per giustificare la proroga.
◦ Critica: Questo decreto legislativo è stato abrogato nel 2015. L’utilizzo di una norma non più in vigore solleva seri dubbi sulla validità legale dell’atto.
L’Anomalia del Parere ANAC:
◦ La determina di proroga fa esplicito riferimento a un parere dell’ANAC di cui alla delibera n. 159 del 30/03/2022, che “non ha riscontrato profili di inconvertibilità”.
◦ Tuttavia, nella determina di assunzione del 02/05/2022 (n. 108/177) di Puccio, non vi è alcun riferimento a questo parere ANAC.
◦ La delibera 159 dell’ANAC del 30/03/2022, invece, non riguarda la nomina a Dirigente Tecnico di AMAM, ma il parere richiesto dalla Città Metropolitana di Messina in merito alla nomina di Puccio come Dirigente della stessa Città Metropolitana. Il parere riguardava una potenziale inconvertibilità legata a un incarico precedente in AMAM (era stato presidente del cda).
◦ Domande d’indagine:
◦ Perché la determina di proroga cita un parere ANAC che non solo non è stato richiesto da AMAM, ma non riguarda neanche l’incarico in questione?
◦ Questo riferimento è un tentativo di conferire all’atto una legittimità che non ha? Il parere ANAC per la nomina in Città Metropolitana può essere esteso automaticamente  alla nomina in AMAM per la quale possono emergere diversi profili di incompatibilità?
◦ Direttore Generale del Comune di Messina Ente che controlla l’AMAM e che verifica tutte le rendicontazioni delle somme spese per i progetti MASTERPLAN e PNRR? A questo fa riferimento la continuità?

Una Proroga “a vuoto”?
◦ Il contratto iniziale di tre anni è stato in larga parte trascorso in aspettativa non retribuita.
◦ La proroga di ulteriori due anni (24 mesi) viene concessa mentre Puccio ha chiesto la “prosecuzione del periodo di aspettativa non retribuita”.
◦ Interrogativo: L’amministrazione sta di fatto bloccando un ruolo dirigenziale per un totale di cinque anni (tre anni iniziali più due di proroga), con un solo breve periodo di effettivo servizio? Qual è l’impatto di questa scelta sull’organizzazione interna (anche se si tratta di aspettativa non retribuita, il ruolo rimane formalmente occupato) o è solo un tentativo di conservare la poltrona “di scorta”?

Lo ripetiamo: il tempo che passa. di solito, è galantuomo. Immagino, anzi, son certo che De Luca, Basile e lo stesso Puccio sosteranno che questa riflessione è una cavolata. Se non peggio. Ma come diceva qualcuno più autorevole di me, a sospettare si fa peccato (chiederò in prestito il cilicio!), però non si sbaglia quasi mai. Tanti oneri e pochissimi elogi da parte del potere. Non essendo un giurista, non sono in grado di dire quanto sia a rischio questo percorso. Lasciamo stare l’aspetto penale – non è affare nostro e neppure del sindaco di Messina: semmai ci fosse qualche dubbio o anomalia, ci sarà prima o poi un giudice che farà chiarezza. Al netto della presunzione di innocenza che vale per tutti, un passo indietro di Puccio sarebbe un bel gesto, mi sembra. E sì: Messina è una città strana.