L’avesse detto: Grazie ai rifiuti si pappa. Ma Palazzo Zanca traballa

Oggi a Messina, grazie alle due più importanti aziende cittadine – Messinaservizi bene comune e Messina social city – molti cittadini mangiano. Beati loro che, almeno, hanno la possibilità di sfogarsi. Noi la nostra irritazione dobbiamo tenercela dentro, a macerare. E pensare che da oltre sette anni, da quando il fenomeno Scateno è esploso, c’è la necessità di fare chiarezza su uomini e società. Pazienza. Ce ne vorrà tanta prima che qualche giudice si decida a fare luce sui metodi di assunzione e, soprattutto, sulla stessa gestione.

Intanto accontentiamo delle liti fra ex compagni di merende, brodini che aiutano a tirare avanti senza perdere la speranza, e a capire l’orientamento e le mutevoli opinioni dei cosiddetti salotti buoni di Messina. Come dicevamo la spazzatura è l’impresa che va per la maggiore nel territorio. Quello che una volta avremmo definito un serbatoio inesauribile di consensi per i padroni del Palazzo. Solo chi è distratto da altre problematiche non comprende che in città si diventa amministratori grazie alla spazzatura. Un sistema che garantisce potere e voti. Sono tantissime le inchieste giudiziarie che hanno portato alla luce questo rapporto amministrazioni – cittadini regolato dallo scambio di favori: tu dai la preferenza a me, io do una pensione, o una scrivania, mal che vada una scopa.

Sicché le cose hanno sempre funzionato male con favoritismi e complicità. Politici, professionisti, dipendenti che hanno preso molto e dato poco alla comunità. Per non tacere i soprusi, l’arroganza, le cattiverie.

Ma li vedete i mezzi di Messinaservizi bene comune come sfrecciano per le strade di Messina? Con quale arroganza calpestano il codice della Strada? E se qualche cittadino osa protestare lo minacciano, se non peggio. E le forze dell’Ordine? I vigili urbani? Ovvio che le persone oneste non si fidano dei politici targati De Luca. Quando ci sarà un giudice a Berlino? Qualcuno obbietta che la sua rete di clientela è ancora fitta e in grado di catturare parecchi polli. Può darsi.


Non mi piacciono i pregiudizi, le ostilità programmate, le campagne che non hanno un senso morale, e sulle quali il popolo messinese non può esprimersi; ma non mi vanno neppure gli astuti espedienti coi quali si spacciano per battaglie della democrazia e della libertà di stampa dei problemucci di bottega, o meglio di concessioni edilizie sul territorio e nei cimiteri. Ci sono delle indignazioni, delle proteste che hanno tutta l’aria dell’avvertimento: attenti a quello che fate, altrimenti… Altrimenti che cosa? Bisogna essere d’accordo, per principio, coi vostri programmi e con le vostre iniziative economiche di lottizzazione della città, delle cappelle e dei loculi cimiteriali?


C’è, secondo me, un problema di lealtà verso il cittadino; la bottiglia deve contenere quello che l’etichetta promette. Abbiamo il diritto di sapere non solo ciò che i rappresentanti degli Ultimi hanno in testa, ma anche quello che hanno in tasca.
Poverini i nostri posteri si faranno venire l’emicrania a furia di chiedersi: ma i cittadini, gli ingenui messinesi, i furbissimi imprenditori, ci credevano veramente alla loro amicizia con Scateno? Ricapitolando: a Messina, grazie alle due più importanti aziende cittadine – Messinaservizi bene comune e Messina social city – molti cittadini mangiano. La cassaforte del potere è salva, il dubbio è che ora sia salvo il futuro.