La mission di Maurizio Croce: sarò di olimpico equilibrio. Dovrà condurre la contesa senza offendere gli alleati

Messina – Anche il centrodestra messinese si presenta agli elettori. “Non vedo un centrodestra diviso, ma unito”, sostiene il candidato a sindaco di Messina, Maurizio Croce. Tanto per cambiare!

Ci perdoni dottor Croce se non le crediamo: non abbiamo voglia di fare la figura dei fessi e per questo non lo diciamo a quelli come noi. A proposito, com’è stato il primo Messaggio inaugurale dei suoi sostenitori? Così così. Come così così è stata la sua presentazione in pubblico. Colpa dell’emozione o delle ingombranti presenze al suo fianco? A noi è parso un po’ troppo difensivo; un po’ troppo didascalico, un po’ prolisso. Parlo della resa mediatica, s’intende. Migliorerà, ne siamo certi, il nostro amico Antonio Perna saprà come renderLa fluido, sorridente, credibile così da bucare il video.

Ci deve comprendere però se nutriamo qualche dubbio sulla riuscita della sua mission elettorale: quelli come noi sono persone – per ragioni comprensibili – sospettose su certe alleanze politiche. Messina è una città grigia e la trasparenza nei rapporti, spesso difetta. In politica, nella politica che noi non apprezziamo, siamo certi che queste qualità hanno qualche pregio, ne siamo sicuri. Ma anche qualche grosso difetto. Queste persone si lamentano sempre, specie nei periodi elettorali, salvo poi, ottenuta la poltrona, il favore, il posto al sole, dimenticano la gente, le strade, i servizi, i problemi delle famiglie. E sono proprio questi protagonisti in negativo della pubblica amministrazione che si prendono sul serio, quando dovrebbero tacere o togliere il disturbo, per il male fatto alla comunità.

Eppure, questi professionisti, oppongono al mondo la loro dignità offesa, risentita. Ha visto quante magagne, città, in Sicilia? Ha idea chi sono i colpevoli del sacco edilizio? Chi ha provocato il buco nel Bilancio? Chi ha sperperato i finanziamenti pubblici lasciando in braghe di tela le famiglie? Chi ha degradato quartieri e periferie, con progetti inutili?

Che città! Ma ci si può ancora vivere? Quasi quasi… E quando i giovani messinesi si rendono conto che della politica non ci si può fidare, perché inaffidabile, passano rapidamente dalle parole ai fatti, lo mettono subito in pratica questo loro dolente proposito di emigrare altrove, di andare in esilio. Sapesse quanti casi di cattiva gestione nei concorsi e nelle assunzioni, eppure non se ne parla mai abbastanza.

I giovani preferiscono fuggire piuttosto che sprecare il loro tempo a protestare, tanto chi dovrebbe dare loro ragione? L’amico dell’amico, che tiene parenti importanti nei palazzi? Bene che vada finirebbe zero a zero!  

Mentre i colpevoli dei disastri, delle complicità, delle brutte figure, senza muoversi dalla poltrona, restano in sella, perché loro si sentono intoccabili. Non è forse vero, dottor Croce?

Auguri!