Dopo i dubbi sollevati dalla Commissione europea sull’impatto ambientale arriva un secondo sostanziale stop dalla Corte dei Conti che con cinque pagine di rilievi tecnici e procedurali sulla delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto ha evidenziato criticità fondamentali che le associazioni ambientaliste e la società civile denunciano da tempo.
In questa fase la Corte dei Conti poteva solo approvare o rimandare chiedendo integrazioni ed approfondimenti, ma nella sostanza il testo risulta essere una picconata alla delibera Cipess sia per la procedura che è stata seguita per arrivarvi (compresa la modalità con cui sono state approvate i motivi imperativi d’interesse pubblico rilevante) sia per questioni economiche e finanziarie di significativo rilievo. Siamo di fronte ad un momento di verità per un progetto che finora è andata avanti per forzature legislative, pareri tecnici preannunciati dalla politica e voti di fiducia in parlamento su leggi ad pontem. È mancata la terzietà di giudizio e la necessaria imparzialità che lo Stato dovrebbe sempre garantire, specialmente quando sono in gioco esplosioni finanziarie di tale portata e impatti ambientali acclarati.
La Corte ha dunque confermato le criticità e i dubbi già emersi sia sulla sostenibilità economica, sia sul rispetto delle norme europee e sulle valutazioni ambientali.
I rilievi formulati dalla Corte risultano sostanzialmente coincidenti con le osservazioni e le criticità che le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF avevano già presentato ai magistrati contabili nella loro memoria tecnica di inizio settembre.
È evidente che il processo decisionale finora seguito non abbia mai garantito (e continua a non garantire) quella necessaria valutazione critica e indipendente che progetti di tale complessità e impatto richiederebbero.
Come WWF auspichiamo che questo stop rappresenti un’occasione per ripensare all’idea stessa del Ponte e conferma la necessità di fermarsi e riflettere prima di procedere con un’opera che presenta enormi zone d’ombra e incertezze per essere considerata matura per la realizzazione. È tempo di dare risposte concrete alla necessità del Paese e del territorio privilegiando, finalmente, valutazioni tecniche rigorose, analisi economiche trasparenti e una seria considerazione degli impatti ambientali, nel pieno rispetto dei principi di sostenibilità che dovrebbero guidare ogni intervento infrastrutturale del XXI secolo.
