
La nuova Classifica Censis delle Università italiane. Anche quest’anno sono disponibili le classifiche delle università italiane elaborate dal Censis e diventate ormai un appuntamento a supporto dell’orientamento di migliaia di studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria che si replica oramai da 25 anni. Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario basata sulla valutazione degli atenei (statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) relativamente a: strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, occupabilità.
A questa classifica si aggiunge il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali, dei corsi a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali secondo la progressione di carriera degli studenti e i rapporti internazionali. Complessivamente si tratta di 70 graduatorie, a partire da una batteria di 962 variabili considerate, che possono aiutare i giovani e le loro famiglie a individuare con consapevolezza il percorso di formazione.
Crescono le immatricolazioni: +5,3%. Secondo i dati provvisori dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti Universitari, nell’anno accademico 2024/2025 si registra un sensibile incremento degli immatricolati, aumentati del 5,3% rispetto a marzo 2024. A livello territoriale la situazione è eterogenea: sono gli atenei delle regioni centrali a registrare l’aumento più alto di immatricolati (+14,0%), seguiti dagli atenei meridionali (+6,1%), mentre al Nord l’ampliamento della platea universitaria è sensibilmente più ridotto: +2,0% di nuovi iscritti negli atenei del Nord-Est e -0,9% negli atenei del Nord-Ovest. L’area disciplinare Giuridica, economica e sociale raggiunge il 35,4% delle immatricolazioni, grazie ai corsi di laurea in economia con il 43,1% delle nuove iscrizioni. Seconda per numero di immatricolazioni è l’area delle discipline Stem (28,6%, di cui il 42,6% nei corsi di ingegneria industriale e dell’informazione). In terza posizione si colloca l’area Sanitaria e Agro-Veterinaria con il 18,4% di immatricolati (di cui il 66,7% in ambito medico-sanitario e farmaceutico). In quarta ed ultima posizione l’area Artistica, letteraria ed educazione (il 17,6% degli immatricolati, di cui il 29,1% ha scelto corsi di laurea del gruppo educazione e formazione).
Nel lungo periodo si affermano i percorsi scientifici e sanitari. Nel corso di un quarto di secolo, tra gli anni accademici 2000-2001 e 2024-2025, il numero degli immatricolati è aumentato del 21,3%. Sono stati gli immatricolati dell’aree sanitaria e agro-veterinaria (+63,2%) e Stem (+42,8%) a registrare i maggiori incrementi percentuali. Nella prima area, accanto alla significativa crescita delle immatricolazioni ai corsi del gruppo medico-sanitario e farmaceutico (+48,6%), colpisce l’ampia espansione delle immatricolazioni ai corsi di scienze motorie e sportive (+224,9%) che sale ulteriormente tra gli immatricolati maschi (+309,5%). Nella seconda area, mentre diminuiscono gli immatricolati ai corsi di architettura e ingegneria civile (-20,1%), si constatano incrementi importanti ai corsi di Informatica e tecnologie Ict (+48,5%), ingegneria industriale e dell’informazione (+55,1%) e complessivamente nel gruppo scientifico (+73,4%). Riguardo alla differenza di genere, nei corsi di informatica e Ict l’incremento degli immatricolati maschi (+54,8%) prevale su quello delle immatricolate femmine (+21,2%), mentre è il contrario sia nel caso di ingegneria industriale e dell’informazione (+173,6% di donne contro +35,0% di uomini) che nel gruppo scientifico (+83,8% di immatricolate contro +60,5% di immatricolati). Nell’ambito dell’area economica, giuridica e sociale gli immatricolati nel lungo periodo sono aumentati solo del 4,4%, per via del crollo di neoiscritti ai corsi giuridici (-25,3%), tuttavia compensato da un corrispondente incremento di quanti hanno scelto i corsi di laurea economici (+27,6%) e del gruppo psicologico (+22,8%). L’area artistica letteraria ed educazione (+2,6%) ha evidenziato una maggiore attrattiva dei corsi di arte e design (+15,8%) e un particolare aumento delle neo-studentesse (+ 29,4%), a fronte di una contrazione dei colleghi maschi (-7,5%). Diversamente, i corsi di laurea del gruppo linguistico, che hanno subito una contrazione delle immatricolazioni dell’11,6%, evidenziata soprattutto tra le studentesse (-12,7% a fronte di -6,6% tra i maschi).
I mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti). Le prime due posizioni sono occupate stabilmente anche quest’anno dall’Università di Padova, prima con un punteggio complessivo di 90,3, seguita dall’Università di Bologna (87,7). Sale in terza posizione l’Università di Pisa che con 84,7 punti totali scala 3 posizioni della classifica, superando la Sapienza di Roma che scende al quarto posto (84,2) ex aequo con l’Università Statale di Milano che rispetto allo scorso anno guadagna una posizione. Sale al quinto posto l’Università di Firenze (lo scorso anno in ottava posizione) con il punteggio di 83,5, seguita dall’Università di Torino (83,0, +1 posizione) e dall’Università di Palermo (82,3, -3 posizioni). Torna tra i mega atenei l’Università di Bari (75,7), che si colloca in penultima posizione, precedendo l’Università di Napoli Federico II (75,5), che chiude la classifica.
I grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti). Resta al vertice l’Università della Calabria con un punteggio totale di 94,3, superiore a quello dell’Università di Pavia (90,2), anch’essa stabile in seconda posizione. Terza in graduatoria è l’Università di Perugia (89,3), seguita da quella di Parma (88,8) e da quella di Cagliari (87,5). Parimenti stabili, al sesto e settimo posto l’Università di Salerno (86,2) e l’Università di Milano Bicocca (85,3), a cui si accodano l’Università di Genova (+ 2 posizioni) e di Roma Tor Vergata, che condividono a pari merito l’ottava posizione con un punteggio complessivo di 84,8. Segue l’Università di Modena Reggio Emilia (84,3), stabile rispetto allo scorso anno. I posizionamenti tra il decimo e il quattordicesimo posto sono il risultato di progressioni conseguite da alcuni atenei, quali: l’Università di Verona (83,0, decima, +1 posizione), l’Università di Roma Tre (82,7, undicesima, +3 posizioni), l’Università di Ferrara (81,0, dodicesima, +1 posizione), l’Università di Catania (80,7, tredicesima, +5 posizioni), l’Università di Chieti e Pescara (80,0, quattordicesima, +3 posizioni). Si qualificano come quindicesima e sedicesima Università di Messina (79,3) e l’Università della Campania (78,7), che chiudono la classifica.
I medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti). Apre anche quest’anno la classifica dei medi atenei statali l’Università di Trento, che con il punteggio di 93,7 mantiene la prima posizione, seguita come lo scorso anno dall’Università di Udine, che condivide il secondo posto con l’Università Politecnica delle Marche con il punteggio di 92,2, avendo quest’ultima guadagnato due posizioni. In terza si colloca l’Università di Siena (89,7), che avanza anch’essa di due posizioni. Retrocede al quarto posto l’Università di Sassari (88,8, -1 posizione). Il quinto e il sesto posto sono, invece, detenuti dall’Università di Trieste (88,7, +2 posizioni) e dall’Università Ca’ Foscari Venezia (88,0). Sale di cinque posizioni, occupando il settimo posto in classica, l’Università del Piemonte Orientale (87,8), mentre resta stabile all’ottavo posto l’Università di Brescia (87,3) inseguita dall’Università di Bergamo (86,2, nona, +2 posizioni) e di Urbino (84,0, decima, -1 posizione). Dall’undicesima alla quindicesima posizione si trovano, nell’ordine: l’Università dell’Insubria (83,8, +2 posizioni), di Napoli Parthenope (83,7), del Salento (83,5, -3 posizioni), di Foggia (82,5, +1 posizione) e dell’Aquila (82,0, -1 posizione) Si posizionano, infine, al penultimo ed all’ultimo posto della classifica dei medi atenei statali l’Università Magna Graecia di Catanzaro (79,8) e l’Università di Napoli L’Orientale (79,2), new entry lo scorso anno tra i piccoli atenei statali.
I piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti). Continua a occupare il primo posto l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 96,0, seguita dall’Università di Cassino che scala di due posizioni la classifica totalizzando il punteggio di 89,0 e supera l’Università della Tuscia, che retrocede dalla seconda alla terza posizione con 88,3. Anche l’Università di Macerata (86,7) perde una posizione, passando in quarta, mentre l’Università del Sannio (84,8) ne acquisisce una, qualificandosi quinta tra i piccoli atenei statali. Scende dal quinto al sesto posto l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (84,3), seguita dall’Università della Basilicata (82,5), che ne scala due. Chiudono la classifica dei piccoli atenei statali, l’Università di Teramo (81,3), penultima, e l’Università del Molise (79,0).
I politecnici. In vetta anche quest’anno il Politecnico di Milano (con un punteggio di 98,8 punti), seguito dal Politecnico di Torino (92,5), che occupa la seconda posizione. Terzo in graduatoria lo IUAV di Venezia (86,7). Chiude la classifica il Politecnico di Bari con il punteggio di 85,2.
Gli atenei non statali. Tra i grandi atenei non statali (oltre 10,000 iscritti) la Luiss si conferma al pari dello scorso anno al vertice della graduatoria con il punteggio totale di 94,2, davanti all’Università Bocconi (91,4) e all’Università Cattolica (78,0), rispettivamente in seconda e terza posizione. Tra i medi (da 5.000 a 10.000 iscritti) è ancora la Lumsa a primeggiare (83,0), a cui si accodano lo Iulm (79,6) e l’Università Suor Orsola Benincasa (75,2). Tra i piccoli (fino a 5.000 iscritti), la Libera Università di Bolzano mantiene la prima posizione (con un punteggio di 95,2), seguita in seconda posizione dall’Università di Roma Europea (87,0) e, in terza, dall’Università Campus Biomedico di Roma (86,8).
Più in dettaglio. Le graduatorie possono essere esaminate nel dettaglio nella sezione del sito del Censis (www.censis.it), dove si possono interrogare in funzione dei personali obiettivi e percorsi di studio. Sul sito sono consultabili anche le classifiche della didattica delle lauree triennali, magistrali a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali (rispettivamente raggruppate in 15, 7 e 15 gruppi disciplinari) ed è disponibile la metodologia utilizzata per la classificazione.