La #cattolica scuola …

A metà degli #anni_Settanta il ribollire giovanile non toccava tutte le generazioni e tutti gli ambienti. Vi era un mondo stra/bene che mirava a mantenere in vita una tradizione, quella cattolica, come testimoni in via di estinzione.

Questo universo fatto apparentemente di famiglie a regola d’arte viveva incantevoli abitazioni, in cui madri annoiate accudivano figli viziati, lasciando l’impronta sulla polvere che copriva tutto di tanta ipocrisia. Tuttavia quella stessa polvere non doveva apparire più di tanto, andava mascherata e così laddove non si riusciva più a spalmarla ove fosse possibile, la si riponeva nascostamente sotto il tappeto.
Era la vita che nelle piazze ribolliva, ma che in taluni ambienti non vi faceva ingresso. Così molti di quel mondo frequentavano la scuola salesiana. E in quel piccolo mondo antico sopravvivevano usi e costumi di un immaginario fatto di cilicio e timidezze, di desideri e pentimenti, di peccati e confessioni assolutorie.
Così, senza ripescare Nietzsche e il suo anticristo, Edoardo #Albinati, nato e cresciuto in quel liquido amniotico racconta “La scuola cattolica” in cui emergono temi di confine, come il sesso vissuto dal prete o dell’adolescente, che, punito per aver fatto la spia, si eccita quando viene frustato, rinviando letterariamente alla psicanalisi freudiana. Al cinema nella traduzione del regista Stefano #Mordini questi tratti sono nitidi ed evocativi di quanto gioco mascherato ci fosse tra le pieghe di una sub/cultura che aveva fatto il suo tempo. E di come in quella antropologia si nascondesse il vile ‘maschilismo’ di un ambiente che guardasse la donna solo come esclusiva depositaria della concupiscenza, sempre alla ricerca di un trastullo per distrarsi dal male di vivere noiosamente. Così sotto il tappeto si celava la rabbia senza sfogo, la violenza incontrollata, il complesso di quanti non riuscivano a maturare l’idea di una vita fin troppo agiata e poco vissuta all’insegna di una religiosità autentica. Insomma il tutto veniva rinchiuso in forme che presagivano una rottura dirompente. Ecco che in questo nido venivano coltivate storture e fragilità fino ad arrivare allo squarcio in una notte terribile in cui si arriva allo storico omicidio del #Circeo, in cui rimasero vittime due ragazze violentate animalescamente da menti malate. Una delle due morí, mentre l’altra marchiata a sangue da quella esperienza ebbe vita breve. Il caso ebbe risonanza storica per quella crisi vissuta da una generazione che cominciava ad allontanarsi convintamente dalla visione cattolica, costituita da troppe contraddizioni e molte viltà.