IL CATTOLICO NON PUO’ VOTARE CHI E’ FAVOREVOLE ALL’ABORTO, ALL’EUTANASIA, AL SUICIDIO ASSISTITO

Ha pienamente ragione il comunicato di Alleanza Cattolica (La grande impostura del “fine vita”, 23.7.25, alleanzacattolica.org), “Si sta ripetendo un copione già usato: il “caso pietoso” come strumento di diffusione della “cultura della morte”. E successo la stessa cosa con l’aborto, negli Usa con la sentenza del 1973 (Roe vs Wade) una donna Jane Roe, ma il cui vero nome era Norma McCorvey, è stata convinta a fingere di essere stata stuprata così poteva abortire, ma era tutto una finzione, lo ha ammesso dopo tanti anni, nel frattempo era diventata una paladina della causa femminista e abortista.

Norma ha affermato di essere stata ingannata dai suoi avvocati e di essere stata utilizzata come capro espiatorio. Ora si usa la stessa strategia del “caso pietoso” di Laura Santi la giornalista e attivista che si è somministrata un farmaco letale per porre fine alla sua vita, segnata da una gravissima malattia, la sclerosi multipla. “Si tratta di qualcosa che abbiamo già visto – scrive nel comunicato Alleanza Cattolica – con l’introduzione del divorzio e dell’aborto, tanti anni fa, con un uso spietato e spregiudicato dei “casi pietosi” pur di portare a casa il risultato. In questa occasione, il “caso pietoso” viene usato come una dichiarazione di guerra contro il Vaticano che ha osato difendere la vita: non lasciamoci ingannare.

Totale rispetto e compassione, e soprattutto preghiere sincere, per la povera Laura Santi e per la sua famiglia, ma altrettanta fermezza di fronte a chi la sta usando con spietata freddezza per raggiungere un obiettivo di morte”. La campagna propagandistica per legalizzare l’eutanasia è entrata nella sua fase finale, quella più forsennata, che usa tutto quello che può per raggiungere lo scopo. Basta guardare i “giornaloni” come li chiama padre Livio a Radio Maria. Forse quella più scatenata fra i quotidiani, è La Stampa di Torino, ma fa a gara con Repubblica, anche se ha pubblicato una bella intervista al cardinale Angelo Bagnasco che esprime con pacatezza e lucidità la posizione della Chiesa sul suicidio assistito (a proposito non sarebbe auspicabile che anche altri presuli intervenissero con altrettanto coraggio nel dire la verità?). Per quanto riguarda i giornali di centro-destra, soltanto La Verità ha avuto il coraggio di prendere posizione. Gli altri (forse è perché hanno dei direttori liberali?) forse hanno il timore di apparire troppo schierati con le forze reazionarie?

Stiamo assistendo alla solita storia della “cultura della morte”: affrontiamola uniti, non lasciandoci dividere da personalismi e strategie diverse, sperando (pregando) che qualche uomo pubblico (vescovi e uomini politici) abbiano il coraggio di difendere la vita e quindi di dire la verità anche se non sembra essere molto popolare. Sul tema dell’eutanasia è intervenuto Massimo Gandolfini, presidente dell’associazione Family Day (I cattolici difendano la vita nelle urne, 23.7.25, La Verità). Il presidente di Family Day è rimasto sconcertato dalle dichiarazioni di Alfredo Bazoli, senatore PD, riportate dal Corriere, circa il testo della proposta di legge del centro destra sul tema della “morte assistita”, che viene bollata come “testo che peggiora la situazione attuale”. “Lo sconcerto, accompagnato da una profonda amarezza, nasce dal fatto che il senatore si dichiara cattolico ed è di fatto espressione di quella parte del PD che si ispira al cattolicesimo democratico e, dunque, alla Dottrina Sociale della Chiesa. Orbene, sfido chiunque a trovare una sola riga in cui si possa anche solo intravvedere uno spiraglio che apra al principio di disponibilità della vita umana, come bene privato di cui ognuno può disporre come vuole”. A questo punto Gandolfini fa riferimento al Magistero della Chiesa Cattolica che è di una chiarezza inequivocabile: suicidio assistito, eutanasia, omicidio del consenziente sono azioni “intrinsecamente malvage” che non possono mai trovare alcuna giustificazione. Per essere chiari fino in fondo, nella Lettera “Samaritanus Bonus” (Dicastero per la Fede, 22 settembre 2020) si specifica che “coloro che approvano leggi sull’eutanasia e suicidio assistito si rendono complici del grave peccato che altri eseguiranno … e sono altresì colpevoli di scandalo perché tali leggi contribuiscono a deformare la coscienza anche dei fedeli”. Che poi Schlein, Fratojanni, Bonelli, Cappato e consociati sostengano posizioni opposte non provoca alcuno sconcerto; ma che un “fratello nella fede” – e con lui, purtroppo, tanti altri sedicenti cattolici – pensino, parlino e agiscano proprio all’opposto della dottrina cattolica, un profondo sconcerto e “malessere”, intellettuale e morale, non possono non suscitarlo. In termini calcistici, è come essere tifosi della Lazio, e sperare che vinca la Roma!

Essere contro l’eutanasia, contro l’aborto non è questione di essere integralisti o di essere fondamentalisti: si tratta di onestà morale e coerenza intellettuale. Questo è lo “specifico” che il cattolico è chiamato a portare nell’agorà delle scelte sociopolitiche, specialmente legislative, che plasmano il modo di vivere della comunità civile. Certo poi c’è la democrazia: si va alla “conta”, chi è a favore della vita e chi è contro e si accetta – anche con sofferenza – la scelta della maggioranza. “Ma non sta né in cielo né in terra che per rispettare idee altrui- con l’aggravante che in questo caso non si tratta di semplici idee, ma di principi che sono il fondamento stesso dell’umano – si debba rinunciare previamente alle proprie”. Pertanto, Gandolfini mette in guardia gli elettori cattolici: quando si è nel segreto della cabina elettorale e si deve decidere chi – partito e candidato – votare, il primo criterio di giudizio deve essere la difesa della vita. Chi è favorevole ad aborto, eutanasia, suicidio assistito et similia non può ricevere il sostegno del nostro voto.

a cura di Domenico Bonvegna