EMERGENZA COVID-19: MESSINA, CONFESERCENTI, CONFCOMMERCIO, CONFARTIGIANATO E CONFIMPRESE CHIEDONO DI CHIUDERE TUTTE LE ATTIVITA’ PER RIPARTIRE PRIMA E MEGLIO

Il DPCM sul contenimento della diffusione del Covid-19 nel cercare, giustamente, di rallentare nell’immediatezza la trasmissione del virus ha ordinato a tutti gli italiani di “Stare a casa” salvo motivi di lavoro, di salute e di necessità. Va da sè che la conseguenza per i pubblici esercizi e le attività del commercio non potevano che essere catastrofiche.

 

A oggi circa il 30 % delle attività operanti in questi settori ha chiuso i battenti. Ed i rimanenti stanno valutando in queste ore di fare lo stesso. Nel frattempo l’inevitabile prosciugamento delle finanze delle imprese dei pubblici esercizi e delle attività del commercio ha avvicinato i piccoli imprenditori di questo settori sull’orlo del baratro dell’insolvenza.

Canoni di locazione scaduti, bollette da pagare, tasse da affrontare già da lunedì 16 marzo, un’infinità di altre scadenze, alcune delle quali assistite anche da garanzie personali, che al momento non è possibile adempiere.

Una catastrofe che coinvolge migliaia di imprese e decine di migliaia di lavoratori operanti nel commercio e nei pubblici esercizi di Messina e del comprensorio metropolitano.

Soltanto un immediato e robusto aiuto finanziario da parte della Pubblica Amministrazione può consentire a queste imprese di non fallire.

D’altra parte anche la chiusura totale di tutte le attività economiche, non rientranti nei servizi essenziali, appare funzionale a velocizzare il raggiungimento dell’obiettivo del contenimento della diffusione del virus.

Pertanto Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Confimprese provinciali di Messina chiedono la chiusura dei Pubblici esercizi e delle attività del Commercio, a esclusione di quelle rientranti nei servizi di pubblica utilità, poiché fermare il virus prima possibile, significa di conseguenza anche far ripartire l’economia. Le associazioni di categoria confermano comunque l’assoluta necessità di immediati e robusti aiuti che concedano almeno un po’ di respiro alla drammatica emergenza finanziaria in cui versano le imprese.