COVID-19 DOPO LE ORDINANZE, PROPOSTE DI MESSINACCOMUNA

Messina – L’epidemia di Covid-19 continua a colpire Messina in maniera pesante. La conta dei morti è da bollettino di guerra, il contagio continua a circolare e l’adesione allo screening delle scuole (pur incoraggiante nei risultati) è stata inferiore allo sperato. L’8 febbraio (a meno di provvedimenti speciali per la città di Messina, che il Sindaco dovrà chiedere al Presidente della Regione con adeguata motivazione), riapriranno anche le scuole superiori. Sono garantite condizioni di sicurezza per gli studenti, gli insegnanti e il personale?

Non sono noti ai cittadini provvedimenti specifici. Ci sono otto giorni per preparare la città. A differenza di quanto accaduto in estate e in autunno non bisogna sprecare neanche un secondo di questo prezioso tempo.

Chiediamo all’amministrazione di predisporre e opportunamente comunicare misure idonee a garantire la compatibilità tra domanda di spostamento e limitazione dei posti disponibili sui mezzi pubblici tramite:

– Un piano degli orari di apertura differenziata di scuole e attività commerciali e produttive in città;

– L’utilizzo massimo della flotta del tpl, anche con eventuali assunzioni a tempo determinato di autisti;

– La promozione (l’avevamo proposto fin da ottobre 2020 e riproposto il 14 gennaio) di forme di trasporto privato sostenibile che integrino il tpl e ne limitino la domanda.

Chiediamo ancora di favorire l’attività di consegna domiciliare degli acquisti per evitare code e assembramenti davanti e nei negozi. A prevenzione del contagio è essenziale la vigilanza e il controllo del territorio, particolarmente in relazione agli assembramenti; chiediamo al Sindaco di riferire alla città circa le iniziative che intende assumere sotto il coordinamento della Prefettura, per l’opportuna mobilitazione di tutte le forze dell’ordine presenti in città. E chiediamo se esista (o che si istituisca) un sistema di tempestiva valutazione dei parametri di sorveglianza sanitaria in città, secondo i parametri del CTS nazionale.

Finita l’ubriacatura delle ordinanze da piccolo Napoleone (il 20 gennaio Corte Costituzionale ha chiarito che “la materia della profilassi internazionale è riservata alla competenza esclusiva dello Stato“, che ha la responsabilità di “una gestione unitaria dell’epidemia a livello nazionale“), è tempo di passare al governo serio della prevenzione. Ricordiamo che la zona arancione è definita dal Governo: “scenario di elevata gravità e livello di rischio alto”. Lontanissimi da un “liberi tutti”, che non vale nemmeno in zona gialla. Le limitazioni restano importanti (es.: bisogna autocertificare i validi motivi per entrare e uscire dal Comune o per circolare in strada tra le 22,00 e le 5,00, le consumazioni sono limitate all’asporto, ecc.).

Ci appelliamo al senso di responsabilità dei cittadini, ma chiediamo una corretta attività di vigilanza del territorio. Non ordinanze illegittime, ma opportuni provvedimenti di implementazione delle limitazioni esistenti. Poi, se permanessero condizioni epidemiologiche particolarmente gravi, il Sindaco dovrebbe immediatamente comunicarle a Regione e Governo per l’adozione di ogni legittimo provvedimento, eventualmente rappresentando la responsabilità anche penale che la mancata adozione degli stessi porrebbe in capo chi li avesse omessi.

Poi messinAccomuna è favorevole alla proposta del Consigliere Massimo Rizzo per l’istituzione di una commissione di inchiesta comunale che faccia luce sulle responsabilità della diffusione dell’epidemia in città. Chiediamo che la Commissione riferisca ai messinesi circa l’adeguatezza dei comportamenti di tutti gli attori, a cominciare dal massimo responsabile della salute pubblica in città e ci domandiamo, oltre alla assurda sanificazione dei granellini di sabbia, quali provvedimenti di prevenzione abbia adottato il Sindaco in termini di organizzazione dei trasporti, controllo del territorio, coordinamento dei tempi cittadini, sorveglianza sanitaria, verifica tempestiva dei parametri di sicurezza definiti dal CTS nazionale, raccordo istituzionale con le altre autorità di governo (Regione e Governo) dotate di poteri di legge per interventi specifici sul territorio. L’eventuale omissione di questi comportamenti sarebbe gravissima e rappresenterebbe motivo valido (questo sì) per rassegnare dimissioni con effetto immediato.

messinAccomuna, laboratorio di partecipazione civica