Caro Federico Basile, 30 giorni ha novembre, con aprile, giugno e settembre. Di 28 ce n’è uno, tutti gli altri ne han 31

Una famosa filastrocca, che si impara già alla scuola materna o al primo anno di Scuola Primaria, recita: 30 giorni ha novembre, con aprile, giugno e settembre. Di 28 ce n’è uno, tutti gli altri ne han 31.

Ordinanza numero 730 del 27 maggio 2025

Messina – Sono dell’idea che i veri militanti dell’antipolitica sono proprio i politici, non chi racconta il loro danno quotidiano alla democrazia e alla decenza. La classe dirigente di Messina non fa nulla per smentirmi. E badate bene, non voglio addossare tutte le colpe a Cateno De Luca o Federico Basile perché sarebbe disonesto salvare quelli che li hanno preceduti. Certo scoprire che l’amministrazione Basile sia riuscita a capovolgere la realtà dei mesi dell’anno regalando a giugno un giorno in più (il 31) nel redigere l’ordinanza numero 730 del 27 maggio 2025 mette un po’ di tristezza e fa aumentare i dubbi sulla bontà della classe dirigente o sul percorso scolastico nella scuola primaria. Possibile che non meritiamo di meglio? Molti dubbi.

CERTI POLITICI NON VOGLIONO PROPRIO VEDERE

I mali della politica in genere e, a cascata, dei palazzi cittadini, sono certo molteplici; i sistemi del potere, asfittici e corrotti, non sono stati sfiorati quasi per niente dai terremoti che negli ultimi anni hanno toccato altre istituzioni; essi tendono anzi a riaggregarsi in forme “feudali” e corporative molto più chiuse di quanto non lo siano state nell’ultimo trentennio. D’altra parte, nel momento stesso in cui il Sistema Messina tenderebbe a essere “quasi compatto”, esso appare del tutto privo di autentica vitalità economica – culturale. Ma non intendo parlare dei miei dispiaceri, né mettere in questione le ragioni personali: può ben accadere che a un certo punto della vita ci si scocci di stare nello stesso posto, di affrontare situazioni sempre uguali, di scontrarsi con gli stessi ostacoli; è giusto e bello poter cambiare aria, chiudere i conti con una fase della propria vita. Ma chi amministra Messina fa di tutto per tenermi sul pezzo.

E basta aprire gli occhi mentre si cammina lungo i marciapiedi e ti rendi conto che è un susseguirsi di “scene del crimine”. E visto che il “giallo” è la mia passione, alleno l’intuito nel tempo libero: indagare e svelare misteri sono il migliore esercizio per le vacanze: il vero crimine sarebbe non appassionarsi a quello che ti offre la città. Dai suicidi sospetti agli omicidi sanguinosi; dalle dispute familiari per l’eredità ai moventi passionali: tra codici da risolvere e segreti mortali (l’omicidio del professor Matteo Bottari, su tutti).

Ma andiamo a occuparci del presente, ovvero delle sparate della Giunta Basile. Torniamo a occuparci dell’affare strade e dei lavori annessi: una pioggia di milioni di euro. Ben Settanta milioni di euro per l’esattezza. E vi ricordo le parole del sindaco Basile durante l’avvio dei lavori: “Non più interventi isolati e frammentari, ma una strategia strutturale e integrata per il rifacimento complessivo della rete viaria urbana e dei villaggi. Un piano sostenuto da un investimento di circa 70 milioni di euro, frutto di una programmazione pluriennale, del reperimento di risorse certe e di una sinergia istituzionale senza precedenti”.
Un premio da far invidia al Superenalotto: settanta milioni di euro, uno di quegli eventi che dissolvono quel labilissimo confine, che pure esiste, tra l’esistenza desta e il sogno. E mentre immagino le facce dei politici e delle imprese amiche per la montagna da scavare il pensiero va soprattutto a quei cittadini tartassati da balzelli, promesse, posti, incarichi e slogan che corrono a pagare una tassa non dovuta alla ricevitoria del vulcanico De Luca. Anime che non vivono nel mondo desto. Sognano incarichi, case, promozioni, viaggi in Europa e sognando inquietano i pochi che ancora restano desti. Perché ormai dilagano i sonnambuli e la vita, Messina, sono plasmati per adattarvisi. E le scommesse inique del Sistema Messina sono poi come l’oppio delle fandonie televisive che invade di rumori l’orecchie dei giovani, il dilagare delle manie di scalate di potere.

Viviamo, oramai, in una Messina di sogni a comando, mai divenuti realtà, per i più. Tanto che, chi come me non li sogna, si sente ora irreale – come il 31 giugno 2025 – come se la quotidianità della città del Ponte, fosse evoluta a visita d’un enorme manicomio all’aperto. Insomma i settanta milioni del piano strade rischia di far saltare quel poco di reale che ormai dovremmo tenerci stretto. Ponte o non Ponte.

E allora, cosa conta tentare d’adoprare l’intelligenza desta e dire che anche dalle nostre parti il mondo è sottosopra. Certo a ripensare a come si sia cumulata la posta, fino a settanta milioni di euro, qualche dubbio desto viene pure ai sognatori: essi si dicono che a loro basterebbe meno. Ma i funzionari del Sistema Messina, sono peggio dei croupier, somigliano ormai più a quei cinesi che gestiscono le sale d’oppio. Neppure loro del resto credono alla scienza delle probabilità in un fitto accumularsi di iniziative e di competenze anche molto avanzate, non riescono oggi a dire nessuna parola autentica sul mondo disastrato in cui ci troviamo, non riesce a creare e a imporre nessun modello culturale davvero determinante per il nostro presente.

Le stesse iniziative “democratiche” finiscono spesso per far da paravento per aggregazioni burocratiche, sindacali, baronali, per nuove manovre di potere. Ma quest’è un pensare troppo desto, da cittadino d’una volta. In questa città d’oppiati occorrono altri mezzi, più orientali per ridestare quei pochi che ancora lo vogliano. E qui mi fermo: ricordando, soprattutto a me stesso, che i reati d’opinione possono essere punibili, le opinioni no. Ai messinesi è consentito avere opinioni? O gli è stato fatto credere che è meglio non averne? Credo che la dignità (la trasparenza è sogno) della politica si misuri in alcune circostanze-chiave. Nei comizi di De Luca o nel microfono aperto donato a Basile, parlando del loro ruolo, i due amministratori evocano i valori etici. Benissimo, però non vedo niente di etico nel percorrere le strade di Messina. Ma ogni mattonella o strada d’asfaltare è buona per il Sistema.

P.s. Voglio ringraziare comunque il sindaco Basile: grazie all’ordinanza numero 730 del 27 maggio 2025 non ho bisogno di guardare il calendario… vorrei dormire e risvegliarmi il 31 giugno. Mi sto specializzando nel non essere dove vorrei, ma credo veramente che questa classe politica, questa Amministrazione, sia una compagine fatta bene e che farà il bene dei cittadini. Mentre fanno male i farmaci. Le droghe, soprattutto!