ANDU – Associazione Nazionale Docenti Universitari: GALLI DELLA LOGGIA E IL LOCALISMO DEL RECLUTAMENTO

Sul Corriere della Sera del 21 maggio 2025 è apparso l’intervento di Ernesto Galli della Loggia intitolato Atenei, un cambio necessario.

          Galli della Loggia condivide quanto previsto dal Disegno di Legge  (nota) approvato il 19 maggio 2025 dal Consiglio dei Ministri, che abolisce l’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), attualmente necessaria per poi potere entrare in ruolo attraverso, di fatto, «una pura e semplice ‘chiamata’ da parte del Dipartimento», prosperando così “il flagello del localismo», come scrive lo stesso Autore.

          Sempre Galli della Loggia, nel suo intervento, sottolinea come con l’abolizione dell’ASN «vengono drasticamente ridimensionati anche i relativi poteri dell’ANVUR» che «aveva determinato indirettamente e in modo per lo più nefasto l’orientamento e l’attività scientifica dell’università italiana».

          Con questo DDL, scrive ancora Galli della Loggia, «l’immissione in ruolo avverrà tramite un concorso presso le singole sedi» «con una commissione di cinque docenti universitari di cui uno scelto dalla sede tra i propri docenti e gli altri quattro estranei alla sede prescelti invece a sorte su base nazionale». Andrebbe aggiunto che i commissari esterni saranno «individuati dalla stessa università», tra i sorteggiati «tra i docenti disponibili»; in definitiva saranno scelti dal Dipartimento ovvero dal professore che gestirà il ‘suo’ finto concorso. Inoltre i vincitori saranno sottoposti ogni tre anni a un ‘tagliando’.

          Appena un anno fa Ernesto Galli della Loggia in un suo editoriale, sempre sul Corriere della sera, aveva denunciato come «un gruppo di docenti (anzi, più precisamente: alla maggioranza di essi che si forma all’interno di un dipartimento o di un senato accademico) avesse il potere di decidere sostanzialmente a proprio piacere quali corsi di laurea un ateneo debba aprire, con quali insegnamenti, e per giunta quali nuovi docenti debbano essere assunti». In quello stesso editoriale Galli della Loggia denunciava lo strapotere dei rettori, tacendo però su quello della CRUI.

NOTA. Il DDL governativo è il primo ‘prodotto’ del Gruppo di lavoro ministeriale per ‘mettere a posto’ definitivamente tutta l’Università e che è composto anche da chi la cosiddetta Legge Gelmini ha elaborato e gestito.

 

  1. I concorsi locali equivalgono alla cooptazione personale

Che con l’ANVUR si sarebbe commissariata l’Università è stato più volte denunciato anche dalle Organizzazioni universitarie (nota).

Che con le ASN si sarebbe commissariata la ricerca senza intaccare la cooptazione personale era chiaro a tutti: le ASN erano dei concorsi nazionali senza posti che lasciavano poi liberi i singoli ‘maestri’ di potere personalmente scegliere, attraverso finti concorsi locali, chi reclutare e a chi far fare carriera (dal dottorato all’ordinario).

Il fatto è che il ruolo «nefasto» dell’ANVUR non viene meno con l’abolizione delle ASN perché ad essa viene assegnato il compito di definire gli «specifici requisiti di produttività e di qualificazione scientifica» per partecipare ai finti concorsi locali. E sarà certamente l’ANVUR che definirà «le linee-guida per la valutazione» ogni tre anni del nuovo assunto (il ‘tagliando’).

Ritenere, come crede anche Galli della Loggia, che una commissione con un membro locale possa evitare la cooptazione personale è pia illusione o pura ipocrisia: lo sanno tutti che in qualsiasi commissione basta la presenza di un solo componente locale (di fatto il diretto interessato) per avere con altissima probabilità un esito scontato: vince il prescelto.

NOTA. Già nel ‘lontano’ novembre 2016 le Organizzazioni universitarie avevano denunciato il «decennale progetto di smantellamento del Sistema nazionale di atenei che svolgano qualificata attività di formazione e di ricerca, perché si vogliono ridurre a poche unità gli Atenei ‘veri’, costringendo alla chiusura o all’emarginazione tutti gli altri. Un obiettivo che si sta raggiungendo anche attraverso il blocco del turn over, l’espansione di un precariato senza sbocchi e il taglio dei finanziamenti. A questo si accompagna l’attacco alla libertà didattica e di ricerca portato avanti soprattutto attraverso l’ANVUR, un organismo voluto proprio per commissariare l’Università.” (dal documento di ADI, ANDU, ARTeD, CIPUR, CISL-Università, CNRU, CNU, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, CRNSU, Federazione UGL Università, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS-Docenti, UDU e UIL RUA).

  1. Un concorso veramente nazionale o meglio un ‘buono posto’

Il DDL governativo ha il ‘merito’ di rendere più agevole la cooptazione personale che si pratica in Italia per associati e ordinari a partire dalla Legge Berlinguer e da sempre per i ricercatori. Con il DDL si salta la foglia di fico dell’ASN e si rende più chiaro il ruolo diretto del ‘maestro’ nella scelta del suo prescelto.

Rimane però la finzione del concorso locale, uno strumento che fa perdere tempo e denaro. Per semplificare/agevolare ancora di più la cooptazione personale si dovrebbe prevedere un ‘buono posto’ da assegnare direttamente al singolo ‘maestro’ il quale così potrà scegliere senza infingimenti chi vuole.

Se invece si volesse realmente rendere veri i concorsi occorrerebbe semplicemente modificare ‘leggermente’ la composizione della commissione concorsuale prevista dal DDL prevedendo che TUTTI i suoi componenti siano sorteggiati tra TUTTI i professori del gruppo scientifico-disciplinare, con non più di uno della stessa sede ed escludendo quelli dell’ateneo dove si bandisce il concorso. (v. Come ricostruire l’Università tutta).

 

  1. Il localismo e la cooptazione personale sono nati ben prima della Legge Gelmini

 

C’è chi sostiene che con il DDL governativo si passerà ai concorsi locali. La verità è che è dal 1999 che si è passati dai concorsi nazionali a quelli locali per volontà dell’allora ministro Luigi Berlinguer. I danni che avrebbe comportato questa scelta, ora denunciati anche da Galli della Loggia, erano stati previsti dall’ANDU già prima dell’approvazione della Legge Berlinguer che è stata sostenuta anche da eminenti cattedratici. Infatti il 27 giugno 1998 l’ANDU aveva scritto:

«Con questa legge i concorsi locali ad ordinario e ad associato risulteranno una finzione come da sempre lo sono quelli a ricercatore. Localismo, nepotismo e clientelismo, già ampiamente esercitati nei concorsi per l’ingresso nella docenza, saranno praticati anche nell’avanzamento nella carriera, in misura di gran lunga superiore a quanto sperimentato con gli attuali meccanismi concorsuali.» (Università Democratica, n. 162-163, p. 5).

E nel dicembre 1998 l’ANDU ha aggiunto: «ora anche la carriera deve essere decisa attraverso una cooptazione personale da parte di quelli che una volta si chiamavano baroni ed è ad essi che bisognerà affidarsi, con adeguati comportamenti anche umani, per vincere concorsi che sono considerati, non a torto, una mera perdita di tempo, un fastidioso ritardo all’attuazione di una scelta già operata.» (Università Democratica, n. 168-169, p. 7).

Interessante è anche leggere le posizioni di coloro che allora hanno sollecitato fortemente l’approvazione della Legge Berlinguer sui concorsi locali: Eco, Panebianco, De Rienzo, Schiavone, Pera.

  1. Ancora una volta Galli della Loggia dimentica

          Galli della Loggia continua a criticare pesantemente gli effetti negativi della Legge cosiddetta Gelmini sulle modalità di reclutamento e anche sul ruolo dei rettori, ma senza mai ricordare che quella Legge è stata fortemente da lui voluta.

    Infatti Ernesto Galli della Loggia è stato uno dei maggiori sostenitori della cosiddetta Legge Gelmini che ha reso ancora più arbitrari i finti concorsi locali e più potenti i rettori.

    Il 5 giugno 2010, a pochi mesi dall’approvazione della Legge, nel suo intervento Tra illusioni e pregiudizi  sul Corriere della Sera, Galli della Loggia aveva espresso la sua preoccupazione che la Legge in discussione in Parlamento potesse non essere approvata («la prognosi non è delle più fauste»), una Legge, che secondo lui, era «almeno il tentativo onesto e ragionevole (sic!) di incidere in cinque direzioni importanti: introdurre criteri di ricambio e di funzionalità negli organi di governo degli atenei; sottoporre gli stessi a giudizi di efficienza e i docenti a giudizi di merito; avviare un riequilibrio quantitativo tra le diverse componenti della docenza; organizzare per gli studenti meritevoli un sistema di finanziamenti da restituire dopo la laurea e infine riformare il sistema dei concorsi in base ad una scelta dei commissari fondata sui loro meriti scientifici e insieme sul sorteggio.»

 Va ricordato che la Legge cosiddetta Gelmini ha ‘solo’ accelerato lo smantellamento dell’Università statale e che essa è stata ‘sollecitata’ trasversalmente anche da Confindustria, CRUI, CUN, Luigi Berlinguer, Enrico Letta (allora vice segretario del PD), Silvio Berlusconi, Francesco Giavazzi, Gaetano Quagliarello e tanti altri (v. il documento del novembre 2010).

 

  1. Il video dell’incontro con i Candidati a Rettore a Perugia promosso dall’ANDU

 

Il 13 maggio 2025 si è svolto l’incontro con i cinque candidati a rettore dell’Università di Perugia promosso dall’ANDU.

Il confronto ha riguardato i principali problemi dell’Università italiana: CRUI, ANVUR, ASN, CUN, precariato, numero chiuso, modalità concorsuali, docenza, dottorato, ruolo dei rettori, autonomia del Sistema nazionale, telematiche, etc.

Particolarmente interessanti sono stati i contributi dei candidati, soprattutto sul rapporto Rettori-CRUI.

Per guardare il video dell’incontro cliccare qui.