Il programma LIFE ha fornito 701 milioni di euro a 70 progetti strategici nel periodo di programmazione 2014‑2020 (ovvero, tra i 7 e i 16 milioni di euro per progetto). A partire dal 2021, 436 milioni di euro sono stati assegnati a altri 25 progetti (ossia tra i 10 milioni e i 30 milioni di euro ciascuno) fino ad aprile 2025.
“I progetti strategici LIFE offrono un valido sostegno, favorendo la cooperazione dei portatori di interessi e attraendo fondi aggiuntivi”, ha dichiarato Joëlle Elvinger, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “Al contempo, permangono debolezze nella definizione dell’ordine di priorità delle esigenze, nel monitoraggio dei progressi e nella condivisione dei risultati. Inoltre, spesso gli effetti a lungo termine e i benefici duraturi dei progetti non sono chiari.”
I progetti strategici LIFE dovrebbero mobilitare finanziamenti aggiuntivi da almeno un’altra fonte privata, nazionale e dell’UE allo scopo di contribuire all’attuazione di una strategia o di un piano. Nonostante tutti i 22 progetti sottoposti ad audit lo abbiano fatto, la Corte dei conti europea conclude che la mancanza di chiari orientamenti su cosa si intenda per “finanziamenti mobilitati”, assieme all’assenza di monitoraggio da parte della Commissione europea, rende impossibile stabilire in che modo detti finanziamenti contribuiscano all’attuazione della strategia. Inoltre, non vi è una metodologia standard per tracciare i finanziamenti aggiuntivi, il che rende difficile stabilire l’importo degli investimenti privati o pubblici attratti dai progetti.
Gli auditor della Corte hanno inoltre rilevato che i progetti non sempre rispondono alle esigenze ambientali o climatiche più importanti che gli Stati membri si trovano ad affrontare, il che potenzialmente ne limita i benefici per i paesi e le regioni a cui tali progetti sono indirizzati. La relazione sottolinea altresì che le buone pratiche e gli insegnamenti tratti sono raramente condivisi su piattaforme a livello UE, il che riduce le possibilità di replicazione dei risultati e di più ampio impatto. Sussiste anche il rischio che i piani post‑LIFE, il cui scopo è far sì che i benefici dei progetti strategici si estendano al di là del periodo di finanziamento iniziale, non siano in grado di assicurare la sostenibilità a lungo termine dei risultati conseguiti dai progetti una volta terminati i finanziamenti a titolo del programma LIFE. Inoltre, l’efficacia di tali piani è limitata dalla mancanza di orientamenti specifici sul loro contenuto e da debolezze nei meccanismi volti a garantire la sostenibilità dei risultati dei progetti.
Inoltre, i progetti strategici LIFE non sono adeguatamente valutati sotto il profilo degli obiettivi principali perseguiti, quali i cambiamenti nella governance, la gestione e il coinvolgimento dei portatori di interessi, nonché lo sviluppo delle capacità e la replicazione dei risultati. La Corte sottolinea che i meccanismi di monitoraggio non sono uniformi. In assenza di un approccio di monitoraggio adeguato, è difficile valutare la performance complessiva dei progetti strategici LIFE nonché il loro contributo al conseguimento degli obiettivi ambientali e climatici dell’UE.
La Corte esorta la Commissione europea a far sì che i progetti siano maggiormente in linea con le specifiche esigenze ambientali e climatiche degli Stati membri, a fornire orientamenti più chiari in materia di mobilitazione di finanziamenti aggiuntivi e a promuovere piattaforme a livello UE per la condivisione e la replicazione delle buone pratiche. Raccomanda inoltre di coinvolgere attivamente gli organismi incaricati dell’attuazione delle strategie sottostanti (i piani formali e i quadri strategici sostenuti dai progetti LIFE) affinché i progetti continuino a produrre risultati oltre la fine del periodo di finanziamento.
