“Addio disegno di legge Zan”

E’ il titolo grande in prima pagina de “Il Giornale” dell’ 8 Settembre 2021; segno che, almeno per ora, il “ddl Zan” sembra sia stato bloccato; l’approvazione anche al Senato di tale “disegno” potrebbe limitare la libertà di espressione, uno dei diritti più reclamizzati dalla Democrazia moderna, perché ci impedirebbe di dire – ad esempio – che l’unica e vera Famiglia è quella naturale: uomo-padre, donna-madre che possono generare figli; infatti questa affermazione che suona non riconoscimento e rifiuto della “famiglia”  omosessuale, ci farebbe incorrere nel reato di “omofobia” (odio verso gli omosessuali) e, con un giudice protagonista, potremmo  finire dritti sotto la mannaia del Codice Penale.

Alcune considerazioni

1) Si resta sbalorditi nel constatare come ci sia voluto tanto tempo per fermare tale “disegno”, possibile liberticida, soprattutto mentre in Italia e nel mondo urgono problemi ben più importanti, per giunta aggravati dalla pandemia cinese che ha messo in ginocchio l’Occidente.

2) Il primo scopo del “disegno” non è difendere, come dicono i promotori, le persone deboli e magari perseguitate, già protette dalle normali leggi vigenti, ma quello di imporre una famiglia “altra” che pretende di avere le prerogative e i diritti di quella vera. Pertanto, il reato di “omofobia” è inventato anche perché, secondo dati del Ministero dell’Interno, i casi riferiti all’orientamento sessuale e all’identità di genere finiti in Tribunale, nell’arco degli ultimi 10 anni, sono stati solo 212 in un’Italia con 60 milioni di abitanti!

Tuttavia, tempo fa, un giovine deputato del Partito Democratico diceva che in Italia stava “dilagando” la violenza omofobica. Ma non è mai stato vero. Ciò che “dilaga”, invece, è l’ideologia post moderna che inventa e costruisce i problemi e manipola le cifre: un campo, questo, dove molti politici sono maestri. Io ricordo – per fortuna ho ancora discreta memoria e precisi appunti nei miei quaderni – lo strepito che fece la Sinistra per la diossina di Seveso (giugno 1976); il terrorismo psicologico e gratuito sulle donne incinte per spingerle a chiedere l’aborto a quell’epoca non ancora “legale”, dicendo che i loro bambini sarebbero nati deformi. Nacquero tutti sani eccetto quei pochi innocenti che non nacquero perché le loro mamme corsero ad abortire. Oggi con l’ “omofobia” tentano di ripetere un simile procedimento e, complice l’enorme potere persuasivo delle televisioni (quella di Stato la paghiamo tutti!), cercano di convincerci con ogni mezzo; così, perfino nei notiziari dei telegiornali che dovrebbero essere incolori e inodori come acqua di fonte, fanno propaganda occulta e palese con dosi sapientemente misurate e vocaboli scelti (esempio: di due maschi che si sbaciucchiano in pubblico dicono che sono “fidanzati”!) per abituarci ad accettare un po’ alla volta ciò che in passato le civiltà hanno giudicato e rifiutato come innaturale.

3) Ed è violenza che questi “signori” fanno non solo alla Verità ma anche a noi “anziani” nati nella prima metà del secolo scorso, magari durante la guerra, e che – salvo obnubilamenti senili – non potremo giammai abbassare il capo davanti a un mondo capovolto rispetto a quello che abbiamo vissuto nell’infanzia e nella giovinezza: è disprezzo delle nostre radici, sradicamento e richiesta perentoria di “suicidio”; e nessuno ne parla. Costoro, certe “leggi” saranno liberi di confezionarsele a loro gradimento e senza contraddittorio solo quando scompariremo noi che sentiamo ancora almeno l’eco della distinzione fondamentale tra il “bene” e il “male”; quella, infatti, in passato – nonostante gli errori  e i peccati gravi di molti in un mondo che perfetto non è mai stato – era in qualche modo percepibile, mentre in questi 50 anni, imperversando il relativismo, figlio della Rivoluzione “culturale” del “Sessantotto”, tale distinzione si è completamente dissolta e, anzi, il “male”, allora solo tollerato, ora è diventato indifferente e perfino “bene”. Ecco perché noi ottantenni, testimoni, non potremo che essere irriducibili contro l’eutanasia strisciante e la cancellazione dei nostri ricordi e della memoria: la “protezione” degli anziani, “i più fragili”, che viene strombazzata ai quattro venti in questi due anni di pandemia, è solo una ridicola favola!

4) L’ “addio” del titolo del “Giornale” non deve trarci in inganno. Se qualcuno crede che il “ddl Zan” sia finito, sbaglia perché non conosce i tempi e la “meccanica” della Rivoluzione che, nel processo di aggressione al Diritto Naturale, alla Vita, alla Famiglia e alla Verità, è costretta talvolta a segnare il passo e perfino a incassare qualche sconfitta proprio perché si scontra inevitabilmente con la Realtà la quale – per fortuna – non dipende dalle maggioranze raccogliticce dei Parlamenti, ma  esiste di suo ed è testarda e resiste perché fatta di cose ovvie, giuste e concrete, nascoste nell’animo di ogni uomo semplice non ancora del tutto sradicato: una mela non sarà mai una pera…! Se poi la Rivoluzione, quando ne avrà l’occasione propizia, ripartirà con più lena all’attacco, la cosa non deve meravigliarci: è la classica strategia dei tre passi avanti e uno/due indietro.

Oggi, con gli enormi problemi che incombono sulla società, è probabile che il “Padrone del mondo” (massonerie, potentati, monetieri internazionali e anonimi…) abbia dato ordine ai suoi accoliti più o meno consapevoli (intellettuali, agitatori di professione, minuscoli politici, saccenti e indottrinati professorini di scuola, orchestratori e propalatori di notizie televisive…) di fermarsi, essendo forse impopolare in questo momento andarsi ad impicciare di cose che la stragrande maggioranza degli Italiani non sente, non comprende e non vuole; insomma pare che – nonostante il bailamme di parole vane da cui è subissato – il popolo non sia ancora abbastanza maturo, ammaestrato e corrotto per questa nuova conquista “civile”. Attenzione, è solo una pausa: la Rivoluzione nell’opera diabolica di ri-creazione dell’homo novus e del rinnovato mondo “perfetto”, opposti a quelli stabiliti da Domineddio, non può permettersi soste e fermate, pena la sua sconfitta definitiva. Essa, infatti, è protesa verso futuri traguardi che chiamerà sempre con parole positive e accattivanti come “diritti civili”: prossimi sono, infatti, il “gender” o scelta del sesso cominciando dai piccoli all’asilo e alle elementari (genitori, nonni, aprite gli occhi e sorvegliate, magari con la scusa del “bullismo”, il “gender” già serpeggia nelle scuole statali dove mandate figli e nipoti!), “utero in affitto” o compravendita del corpo delle donne, programmazione e selezione di bambini con tanto di “fiere” di embrioni che – sento dire – sono già in atto a Parigi, conseguenti figli per legge  senza padri e, più in là, la pedofilia, prima quella consenziente (l’hanno già chiesta anni fa al Bundestag di Berlino) e poi chissà… Vedrete, appena le sarà possibile, la Rivoluzione tornerà alla carica.

Carmelo Bonvegna 

P.s.

Ed essa, la Rivoluzione, alla “carica” è tornata – e come! – a tamburo battente e a ranghi serrati. Forse l’“addio” sparato in prima pagina era un auspicio se non un pio desiderio dei redattori de “Il Giornale”; e difatti, qualche giorno dopo (12 Settembre), l’on. Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, ad una festa dell’Unità, ha raffreddato l’entusiasmo di quel quotidiano e il nostro dichiarando che, fra le priorità da realizzare, c’è proprio il “ddl Zan” (“il disegno di legge Zan, subito!”, ha proclamato dal palco).

Da ciò si vede – al contrario di quanto avevamo sperato – che tale “disegno” non ha subito nessuna battuta d’arresto; si evince pure come i post-comunisti – non sapendo e non potendo ormai fare altro di meglio e di diverso – abbiano sposato in toto la Rivoluzione antropologica e sessuale che vuole trasformare/liquefare l’uomo, la famiglia e la società; si comprende pure come siano stati capaci di trascinare in questa impresa parecchi “cattolici”, già democristiani tipo Letta, o frequentatori di oratori e sacrestie, diluitisi nel Partito ex comunista secondo la “profezia” del vecchio Gramsci (1919); si comprende anche come lo “jus soli”, i vaccini, la pandemia, la “carta verde”, i lasciapassare, gli sbarchi a Lampedusa, i migranti “sequestrati” sulle navi al largo dei porti siciliani e conseguenti processi, il fisco, il catasto…siano cose opinabili e transeunti e che, quindi, vengono dopo, mentre certe “leggi” che toccano Vita e Famiglia, una volta approvate, assuefanno la società – qui sta la differenza profonda – e durano secoli; gli stessi “operai” e le loro “buste paga” e il “lavoro” e i “disoccupati” e le “periferie”, di cui fino a qualche anno fa i comunisti dicevano di essere i difensori d’ufficio, sono stati da essi dimenticati. I Partiti che vogliono vincere le elezioni ne prendano atto e difendano pubblicamente e a voce spiegata sulle piazze la Verità di Vita e Famiglia: molti di noi cattolici, da sempre frequentatori di chiese, siamo pronti a votarli!