A DENTI STRETTI: I REGALI DI MUSUMECI NON SALVANO I COMUNI VIRTUOSI E IN REGOLA CON I TRIBUTI

di Nicola Merlino

Brevi riflessioni sicuramente vere, forse sagge ma di certo consapevolmente irriverenti. Non c’è chi non veda, se escludiamo qualche deputato siciliano del PD, la palese iniquità dell’art. 173 -che è stato proposto sotto forma di emendamento e che pubblico nuovamente sotto- che così come articolato, oltre a palesarsi assolutamente illegittimo, premia i comuni che non sono stati oculati nella gestione della cosa pubblica a discapito dei comuni che, a costo di sacrifici, hanno organizzato la riscossione dei tributi e sono stati anche costretti a tagliare servizi al fine di avere i conti in ordine.

Come pure è di tutta evidenza che il fuorviante richiamo al “rifinanziamento di cui al fondo di cui all’art. 53 del decreto-legge 14 agosto 2020 n.104 da estensione ai comuni della Sicilia e della Sardegna” ha ben altro contenuto e finalità, palesemente in contrasto con il contenuto dell’art. 73 proposto e che è impropriamente utilizzato nei casi in specie. Infatti, dell’articolo 53 del decreto legge n. 104 del 2020 e il comma 775 dell’articolo 1 della legge n. 178 del 2020, in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 115/2020, hanno previsto l’istituzione di un fondo … per favorire il risanamento finanziario dei comuni delle regioni a statuto ordinario in predissesto, il cui deficit strutturale “è imputabile sostanzialmente alle caratteristiche socio-economiche della collettività e del territorio e non a patologie organizzative”. Con il proposto emendamento si intende estendere tale norma anche ai comuni della Sicilia e della Sardegna. È incontestato ed incontestabile che se vi sono, come vi sono “caratteristiche socio-economiche della collettività e del territorio” di grave disagio, tale disagio investe tutto il territorio siciliano e che il deficit strutturale di alcuni comuni è conseguentemente imputabile ad altre cause, che il legislatore definisce di “patologie organizzative”, soprattutto per quanto attiene alla riscossione dei tributi. Tutto ciò qualifica come aberrante in punto di diritto ed estremamente iniqua sotto il profilo politico la proposta de qua, e ciò anche in considerazione del contenuto della sentenza della Corte Costituzionale n.115.2020 richiamata, nonché del contenuto della sentenza n. 4.2020 della stessa Corte. Sto molto meditando, condendo la meditazione con molta amarezza, sulle iniziative da intraprendere, qualora il parlamento riterrà di approvare la proposta oscena che mi sto dilungando a commentare, sulle iniziative che il nostro ordinamento giuridico concede al comune di Rometta per impugnare detta oscenità dinanzi alla Corte Costituzionale. E, nel contempo, mi permetto di suggerire alle forze politiche sane e che hanno a cuore il bene comune (sperando che ce ne siano) e che intendono intervenire in modo equo e legittimo in favore di tutti i comuni siciliani che versano nell’identico “disagio socio-economico”, ancora più acuito dall’epidemia, con le due seguenti misure: 1. Elargire un contributo straordinario in base agli accertamenti tributari realizzati negli ultimi tre anni. 2. Aumentare il fondo di solidarietà comunale.

Quousque tandem abutereCatilinapatientia nostra?!