TANTE VIE

Si lo so che ho “amministrato”. Si lo so. Quando avevo possibilità di fare – dicunt – non ho fatto. Diciamo fors’anche che – unitamente alla intera squadra … squadra alla altezza delle sfide politiche e amministrative … voluta da Francantonio Genovese … non si è avuto il tempo di fare. Meno di venti mesi incluse due estati (di cui una già turbata dalla sussurrata sia pur non ufficiale “notizia” dell’annullamento delle elezioni). Tuttavia, chi rammenta le diverse convocazioni di conferenze dei servizi (estese a tutte le sigle e confederazioni oltre che a tutti gli assessori e dirigenti alla vialibita’, all’arredo e decoro, alla cultura etc.) per le isole pedonali (via Dei Mille, Viale, via Giordano Bruno da Piazza Cairoli a via Santa Cecilia) natalizie dell’anno 2006, sa bene quale era la direzione che desideravo irreversibilmente imprimere.
Lo rammenterà bene anche l’allora assessore ing. Arturo Alonci che avevo in più occasioni investito della verifica di praticabilità della eliminazione di ogni traccia di carrabilita’ dal Viale San Martino, al netto del transito attraverso le corsie del tram dei mezzi della polizia e della protezione civile.
Bene. Non entro nel merito delle polemiche sull’istanza di prelievo per anticipare la discussione sul tema che ci occupa.
Vi sono interventi e note in buona fede. Altre posizioni sono dichiaratamente sterili e/o strumentali. Ho apprezzato le repliche di Daniela Faranda e Peppuccio Santalco.
Tuttavia, tra i propositi della Amministrazione che verrà, oserei dire tra le priorità programmatiche per contribuire a connotare il profilo vocazionale e identitario della nostra città, occorrerà contemplare quello che anni addietro si sarebbero definiti come centri commerciali naturali (comprendendo oltre a importanti vie del centro urbano anche via Palermo e Provinciale).
Ripetesi, non si tratta di transennare strade e di impedire circolazione di mezzi.
Si tratta di concepire diversamente i c.d. tempi della città.
A me non dispiacerebbe che in un domani più o meno prossimo possa essere pedonalizzato un intero percorso che colleghi ville (da Villa Dante) e piazze (a Piazza Castronovo).
Messina va vissuta non attraversata. Va vissuta dalla comunità e come tale – nella sua unicità di terra, luce e acqua – va proposta a turisti e croceristi.
Mi rendo conto delle difficolta tecnico-logistiche per una città, come Messina, che si sviluppa in lunghezza e – tuttavia – immaginare di dovere rinunziare per abitudinaria pigrizia a spazi di animazione, sperimentazione, contaminazione mi sembra politicamente grave.
Detto ciò, la proroga della Giunta, ci potrebbe “politicamente/ideologicamente” anche stare. Solo che, a naso, non è formalmente ineccepibile. E … non si tratta solo di vizi sintomatici amministrativamente.

Emilio Fragale