ANDU: Unime no alla politica attiva. Difesa del ruolo super partes

È trascorso già più di un mese dalle elezioni per il rinnovo della Assemblea Regionale Siciliana che hanno visto eletto il Direttore Generale della Università di Messina il quale, come è noto, all’atto della candidatura non ha ritenuto di dimettersi. Tralasciando osservazioni giuridiche, oggetto anche di azione politica parlamentare, circa l’incandidabilità o l’ineleggibilità di un soggetto nelle condizioni del DG, l’ANDU intende evidenziare come la candidatura della figura del Direttore Generale un effetto negativo l’ha già prodotto: quello di esporre l’Ateneo messinese a oltraggiose dichiarazioni a mezzo stampa. Infatti i Docenti, che dell’Università di Messina rappresentano l’orgogliosa cinghia di trasmissione della cultura si sono sentiti, transitivamente, sia tacciati di appartenere al comitato elettorale di un partito politico sia accusati, addirittura, di voto di scambio. Essendo del tutto evidentente il nocumento che ciò ha arrecato all’ Ateneo in termini di immagine, alla vigilia della nuova tornata elettorale per le elezioni politiche ed amministrative che si concluderà nel prossimo semestre, l’ANDU ritiene sia doveroso sollecitare, agli Organi di Governo dell’ Università, provvedimenti che sottragano l’Università dai clamori della campagna elettorale restituendola alle proprie finalità che mai dovrebbero esulare dalla promozione della cultura e dalla formazione.
L’ANDU, considerate le inevitabili ricadute che da ciò conseguirebbero all’interno degli atenei, ritiene che la valutazione dell’opportunità di candidarsi senza rimettere il proprio mandato, qualora si ricoprano posizioni di vertice nel governo e nella amministrazione delle Università, non possa essere demandata all’etica e deontologia professionale di ciascuno. Poiché i luoghi del sapere, dovendo dar garanzia di accogliere con imparzialità ogni tipo di orientamento politico, non possono essere, ma neanche possono permettersi di apparire, il comitato elettorale di alcun partito.
L’ANDU, in tale contesto, ritiene urgente e necessario che vengano posti in essere atti statutari (o regolamentari) che riconducano il dibattito, certo anche politico, entro il solco del corretto contraddittorio, della par condicio fra candidati ed elettori e della tutela e difesa del ruolo super partes tipico e fondante delle Università Statali della Repubblica.
Pertanto l’ANDU, in attesa degli auspicati e richiesti provvedimenti legislativi, propone una modifica dello Statuto dell’ Università di Messina che preveda “la decadenza dalla carica accademica precedentemente ricoperta, contestualmente alla formalizzazione della candidatura a cariche politiche elettive nel parlamento nazionale o europeo ovvero in un consiglio regionale, provinciale o comunale o a sindaco di un comune, da parte di soggetti che rivestono la carica di rettore, di pro-rettore, di direttore di dipartimento, di direttore generale, di componente il senato accademico, di componente il consiglio di amministrazione e di componente il nucleo di valutazione di ateneo”.

Mauro FEDERICO