di Roberto Gugliotta
Le Regionali siciliane ancora una volta non sembrano esercitare una grande attrazione sugli elettori. Qual è la responsabilità dei media? Quello di essere stati di parte, sicuramente e infatti tra una settimana si andrà alle urne con più bugie che certezze. Avete forse notizie chiare sul futuro prossimo del Presidente Rosario Crocetta? Qualcuno ha spiegato cosa ne sarà di lui dopo il disastro politico? Poi ci meravigliamo che i siciliani leggono poco o niente, non si impegnano nel sociale e non si appassionano alla politica. Abbiamo dovuto metabolizzare due presidenti finiti sotto processo (Cuffaro e Lombardo) e un terzo (Crocetta) neppure considerato – dai suoi alleati – in grado di vincere non la corsa per la poltrona maggiore, bensì la competizione per un posto all’Ars. Buona politica? Lezione di etica? Questione morale? Bah, siamo o no nella terra del disonore, dove l’integrità morale sembra un’inezia se non un handicap? Per settimane abbiamo dovuto assistere a polemiche sulle liste: impresentabili, presentabili, paladini, satanassi, bugiardi, condannati e assolti. Dei programmi neppure l’ombra. Sarà pure una considerazione da moralizzatori un po’ retro, ma certamente questi tanti signori inquisiti e arrestati non abbondano di quello che una volta si definiva senso dell’onore. Ma è anche vero che molti di quelli che si sentono unti dal Signore sono ancora in sella per mancanza di uomini di Legge. E i disastri sono evidenti. Escono dai palazzi istituzionali come da un albergo esotico e sfoderano sorrisi disinvolti davanti alle telecamere, dichiarano il loro entusiasmo di paladini antimafiosi, non rinunciano a "un salutino al giudice” prima d’andar via, aggiungono magari che la permanenza in Parlamento o all’Ars è stata una straordinaria esperienza di vita. E che soprattutto sono dispiaciuti perché molti dei giovani siciliani sono costretti ad andare via. Ovviamente, aggiungono, per colpa della mafia che inquina la politica. Nomi e cognomi dei cattivi, però mai. Eppure dovrebbe essere facile individuare i cattivi e dunque denunziarli pubblicamente dato che c’è chi con le mazzette non ha scherzato, eppure non perde l’aria da guascone… Domande? Dubbi? Perplessità? La buona politica che ci promettono in campagna elettorale è un pezzo di autorità, un amico al ministero, un appalto da arraffare. Che ci sarà mai di male? L’unica paura, a Urne aperte, è la vergogna di essere nessuno. Di non emergere, di non apparire, di non avere successo o anche di non averne abbastanza. Dobbiamo ammetterlo. Viviamo in una terra dove la politica, nonostante l’impegno di tanti onesti, ha perso, suo malgrado, quella autorevolezza dovutale per il ruolo educativo e amministrativo che le compete. Come nel desolato e struggente “Deserto dei tartari” non succede nulla che non sia scontato.
