SCUOLA – Nuovo anno al via tra poche luci e molte ombre

“Il nuovo anno scolastico parte con poche luci e troppe ombre”: a dirlo è stato Marcello Pacifico, presidente Anief e Udir, durante il suo saluto al Collegio dei Docenti del Liceo Classico Umberto I di Palermo. Nel giorno di inaugurazione del nuovo a.s. 2017/18, Marcello Pacifico, presidente Anief-Udir, invitato dal Dirigente Scolastico su consenso del corpo docente, si è complimentato per i risultati più che positivi che alcuni istituti riescono a raggiungere tra mille difficoltà. Come lo stesso liceo Umberto I, che, in una delle regioni dove il tasso di abbandono scolastico rimane paurosamente alto, ha fatto registrare un incremento del 40% delle iscrizioni e si è confermata scuola-polo per i docenti “animatori digitali” della Sicilia.
“L’abnegazione di ottimi dirigenti scolastici, come Vito Lo Scrudato, preside del liceo che ci ospita – ha detto Pacifico – non può essere l’antidoto per i tanti problemi irrisolti della macchina organizzativa scolastica. Nulla possono fare, infatti, questi esempi di efficienza, dinanzi agli organici incompleti, con quasi il 30% di cattedre oggi ancora prive del docente, alla mancata sicurezza di molti istituti che ha come capro espiatorio il dirigente scolastico, e a contratti ignominiosamente bloccati dal 2009 oppure ad indennità dimezzate da corrispondere tramite il fondo d’istituto per progetti e attività aggiuntive”.
“Tra i nodi mai sciolti della nostra scuola – ha continuato il sindacalista – risultano le ricostruzioni di carriera illegittime, che non tengono conto dell’intero periodo di precariato né degli scatti di anzianità negati ai supplenti. Anziché dirimerli, tanti problemi sono stati acuiti dall’ultima riforma della scuola e dall’approvazione dei decreti legislativi conseguenti, ad iniziare dal Piano annuale delle attività didattiche, educative e formative disposte dagli organi collegiali. Ad essere stati danneggiati dalla Legge 107/2015 ci sono anche gli Ata, prima dimenticati per il potenziamento scolastico, malgrado il lavoro aggiuntivo per segreterie scolastiche, amministrazioni e segreterie, e poi assunti per un terzo, in appena 6.200, a fronte degli oltre 18mila posti liberi”.
“Tutto questo, tra l’altro, è accaduto proprio mentre i carichi di lavoro delle segreterie si sono intensificati, anche a causa dell’illegittimo coinvolgimento diretto delle scuole nella salvaguardia della salute degli alunni, come è accaduto con il decreto vaccini. Agli istituti, infatti, sono stati assegnati dei compiti di vigilanza, senza pensare al fatto che fossero sguarniti di personale, tagliato di 50mila unità in meno di 10 anni, già oberati di lavoro e pure con gli addetti alle segreterie non formati adeguatamente per questo genere di impegni”.
Il sindacalista Anief-Udir si è quindi soffermato sui problemi strutturali della nostra comunità educante: “Abbiamo un precariato – ha detto Pacifico – che ci porta ad avere un docente su otto nominato ancora a tempo determinato. Sarebbero potuti essere molti meno, se solo il Miur ci avesse dato ragione inserendo nelle GaE bloccate i 100mila precari abilitati delle graduatorie d’Istituto. Ma si riparte anche con un dipendente Ata su quattro supplente. Per non parlare dei Dsga, ai quali viene negato il concorso pubblico da oltre 20 anni, con 1.700 reggenze da assegnare malgrado vi siano tantissimi amministrativi che si sono formati sul campo assumendo il ruolo superiore per almeno tre anni e che a questo punto hanno pieno diritto di essere immessi in ruolo. E che dire dei dirigenti scolastici, con quasi 2mila reggenze da attuare quest’anno e una selezione nazionale attesa da tempo, anche questa probabilmente viziata da irregolarità, come l’esclusione dei docenti precari laureati con cinque anni di servizio?”.
“Lo Stato non ha tutelato nemmeno il personale della scuola sul fronte dei compensi, congelando quell’indennità di vacanza contrattuale che avrebbe assicurato almeno la metà dell’adeguamento all’inflazione, costringendo il sindacato ad attivare dei ricorsi gratuiti per attribuire loro il maltolto nel periodo 2008-2018. Allo stipendio fermo dal 2009 – ha aggiunto – si aggiunge il blocco della carriera per i neo-assunti per otto anni, bloccati a poco più di 1.200 euro al mese per quasi due lustri. A subire danni notevoli, sono stati poi i dirigenti scolastici, che hanno maggiori responsabilità su servizi, gestione del personale e sicurezza, in raffronto ai colleghi del pubblico e del privato, ma ricevono in cambio buste paga praticamente dimezzate e si ritrovano pure tagliato pure il Fondo unico nazionale del 20%. Con i presidi assunti dopo il 2001 che non si spiegano perchè gli sia stata sottratta la Ria”.
“Tutto questo accade mentre le scuole sono chiamate a dare seguito a diversi decreti legislativi della Legge 107/15, come quelli su formazione obbligatoria, valutazione ed Esami di Stato. Tuttavia, la Scuola pubblica non è un generatore di servizi generali, perché ha invece il preciso compito di educare i cittadini del domani. Lo Stato dovrebbe fare il massimo per agevolare questo rilevante compito, valorizzando le risorse umane e strumentali a disposizione, proprio per adempiere a questo disposto costituzionale. Invece, prendi il via un altro anno all’insegna dei problemi. Ecco perché Anief e Udir – ha concluso Pacifico – continuano a rivolgersi al tribunale e a diffidare le altre organizzazioni sindacali dal sottoscrivere un contratto nazionale che prevede appena 85 euro di aumento e senza le tutele minime dei lavoratori”.