
La questione dell’accoglienza è seria e complessa: riguarda il destino di migliaia di persone che sono costrette a scappare da guerre e povertà e, allo stesso tempo, gli stati e le comunità dove arrivano alla ricerca di un rifugio, oggi, e di un futuro, domani.
L’Italia, come ci raccontano le cronache di questi mesi, sta compiendo uno sforzo straordinario per salvare in mare ed accogliere donne, uomini, giovani e bambini.
Il nostro paese, ed il Mezzogiorno in particolare, vive, però, una crisi socioeconomica senza precedenti, con altissimi tassi di disoccupazione e un incremento costante della povertà in ampi strati della popolazione.
In questo contesto -non sfugge a nessuno- è più difficile trovare consenso popolare per i percosi di accoglienza ed integrazione. Troppo spesso, poi, forze politiche e sociali tendono a contrapporre la disperazione di chi fugge dall’Africa o dal Medio Oriente con la crisi delle famiglie italiane attanagliate dalla crisi.
I fatti di Castell’Umberto si inseriscono dentro questo cortocircuito.
Perchè una cosa è discutere sulle modalità, sul coinvolgimento delle istituzioni locali, su numeri ed organizzazione, un’altra cosa è utilizzare parole e attuare atteggiamenti tali da ledere i diritti umani di ragazzi che fino a qualche ora prima si trovavano in mare a rischiare la propria vita. Non si tratta di buonismo, come ha scritto in una nota il gruppo consiliare di minoranza “Castell’Umberto Bene Comune” a cui va il nostro sostegno e supporto. Si tratta di avere il senso delle istituzioni e la capacità di rappresentare un popolo accogliente come quello di Castell’Umberto e di tutto il comprensorio nebroideo.
Se preoccupazioni ci sono vanno superate con la buona politica, con il confronto tra istituzioni, in primis la Prefettura, non arringando in piazza gruppi di cittadini contro i migranti o interrompendo la fornitura elettrica alla struttura. Non è ottenendo il plauso del segretario della Lega Nord o di altre forze politiche razziste e fasciste che si può affrontare efficacemente la questione dell’accoglienza.
È fondamentale confrontarsi sul giusto coinvolgimento delle istituzioni locali attraverso cui realizzare l’accogllienza, a partire però dalla disponibilità, come quella espressa dal Sindaco di Milazzo, Giovanni Formica. Senza mai mettere in discussione il principio, si devono affrontare, con rigore, modalità e procedure, con il massimo della partecipazione delle comunità.
Marcello Corrao – Domenico Siracusano
Coordinatore Territoriale Coordinatore Provinciale
Articolo Uno MDP – Nebrodi Articolo Uno MDP – Messina