Voi la chiamereste rivoluzione o inciucio?

di Roberto Gugliotta

A sorpresa, Accorinti e opposizione si tendono la mano. Fanno capire che in fondo non è così profondo il solco che, sulla gestione del Comune di Messina, separa la strada rivoluzionaria da quella “democristiana”. Certo, il sindaco insiste sulla ricetta “guerra & pace”, e reclama un patto propositivo nel confronto in Consiglio. Eppur si muove. Così accetta. Accetta l’idea che la nuova formula contenga degli "incentivi” agli oppositori a patto che non si tratti di meccanismi per tenerlo fuori dalle nomine negli enti. Accetta, insomma, la "sfiducia costruttiva", meccanismo d’importazione che dovrebbe servire – almeno sulla carta – a rendere un po’ più stabili le cose a Palazzo Zanca. Non è una bella cosa ma un modo per tenere in piedi la Giunta. Per carità neppure l’opposizione ne esce a testa alta: a parole promettono battaglia ma nei fatti si tengono stretti la poltrona. Andare al voto non è il primo dei loro obiettivi. Segnerebbe l’abbandono della politica e il ritorno a mission meno prestigiose. La città resta al palo, al di là della concessione formale, è opinione comune che la "sfiducia costruttiva" non potrebbe mai tenere in piedi un sindaco senza maggioranza, e dunque non sarebbe un vero antidoto contro l’emergenza sociale. Il rinnovamento? Per mantenere certe posizioni bisogna avere una coscienza… ma con la scusa del bene comune il cittadino viene preso per i fondelli. Non possiamo morire sotto questo cielo: che ne sarà di noi?