Ah, la politica di una volta…

di Roberto Gugliotta

Si comincia parlando di dimissioni, ma poco. Strano che in Consiglio comunale, pur con tante persone perbene, non ci sia qualcuno che prenda in mano la situazione e riporti il buon senso. Invece accade l’esatto contrario: dalla Giunta all’ultimo degli eletti noto convinti atteggiamenti da “padrone del vapore”. Magari sarà colpa dell’aria che si respira nell’universo pallonaro giallorosso dove niente è come appare: politici di Pazzo Zanca, non avete mai pensato alla presidenza dell’ACR Messina? Questo è il momento buono, pensateci. Luca Eller, invece, si distingue perché va a casa sbattendo la porta del Comune. Nina Lo Presti, per molto tempo, eroina del Consiglio comunale commenta sulla sua pagina di Fb: “Per tre anni sono stata insultata, denigrata, calunniata e diffamata (qualcuno lanciò l’idea di scrivere un dossier su di me), oggi Eller, assessore che contestai sin da subito, parla di “cerchio magico, di suggeritori del Sindaco, di scelte politiche discusse altrove rispetto ai luoghi deputati alle decisioni, bilanci per nulla sanati, di un Accorinti che non capisce una mazza, di pentoloni da scoperchiare e cosucce da raccontare,”… allora delle due l’una, o io avevo ragione su tutto e quindi non ero mossa da risentimenti personali oppure Eller è un pazzo visionario pieno di rancore, al quale Accorinti però assegnò il ruolo di badante del prof. Signorino. Eller solo adesso che è stato defenestrato parla di tante cose che andrebbero raccontate e rivelate (ad oggi ancora una non l’ha detta), tutto lascerebbe intendere quindi che finora abbia “aggiustato” le carte per proteggere qualcuno o nascondere la verità. Intanto l’unica cosa che sta ottenendo con questo atteggiamento è di ricollocare Accorinti a sinistra, proprio in quella sinistra che lui rinnegò dopo pochi mesi dall’elezione e dalla quale prese le distanze per assumere un atteggiamento ecumenico e democristiano, ma tant’è che essendo scarsini…” E poi la Lo Presti aggiunge: “Caro Eller, giacché oggi trovi in pieno stato di libertà intellettuale e politica potresti provare a rispondere pubblicamente a quella nota che ti mandammo pochi giorni dopo il tuo insediamento per opportuna conoscenza, visto che Ministero degli Interni, Prefettura, Assessorato Regionale Autonomie Locali, Revisori dei Conti e Segretario Generale evidentemente sono ancora in pieno esercizio istituzionale che non fa mai il paio con la libertà?”. Brava Nina, i conti non tornano e nessuno che si chieda il perché. Si può far meglio, ma è già qualcosa. D’accordo siamo a Messina, la città della nebbia: i reati d’opinione possono essere punibili, le opinioni no. Ai cittadini è consentito avere opinioni? O gli è stato fatto credere che è meglio non averne? Credo che la dignità (la trasparenza è sogno) della categoria dei magistrati si misuri in alcune circostanze-chiave. Vero. Verissimo. Ci sono tanti eroi caduti sul campo che fa una gran rabbia, per chi come me crede nella Giustizia, leggere sulle cronache di scandali e collusioni che vedono coinvolti dei pezzi delle istituzioni. Ogni volta che accade mi dico: non ci credo. E’ impossibile che tutto ciò sia vero. Spesso i giudici, parlando del loro ruolo (quando ne parlano nei convegni, sui giornali) evocano i valori etici. Benissimo, però non vedo niente di etico nel fare il gioco delle tre scimmiette. E la politica di casa nostra? Il gioco delle tre scimmiette va bene anche a loro: dalla mia stanza non ho visto nulla, ho sentito che un cittadino si indignava ma non so contro quale istituzione, chiedete al deputato, al sindaco, all’assessore (sempre bravo finché mi fa stare in carica). Non ho bisogno di guardare il calendario per capire che Messina è il luogo del giorno del poi e del mese del mai. Io ho ritagliato una pagina della cronaca locale, parlava di firme raccolte da parte di alcuni consiglieri per sfiduciare il sindaco Accorinti, mi sfugge il nesso. Non sopporto chi dice: “Ah, la politica di una volta…”. Oggi è migliore, se non altro perché c’è più varietà.