Giustizia. Il diritto a non rispondere

"Mi appello al quinto emendamento". E’ una frase che abbiamo sentito nei film americani (USA) durante un processo. Cosa prevede il quinto emendamento alla Costituzione americana? Che nessuno potrà essere obbligato, in qualsiasi causa penale, a deporre contro se medesimo. Questo diritto e’ presente anche nel nostro ordinamento giuridico: un indagato, o imputato, ha il diritto di non rispondere alle richieste del magistrato. Il caso è venuto alla attenzione dei media, per la vicenda che ha riguardato alcuni esponenti del MoVimento5stelle che si sono rifiutati di rispondere al pubblico ministero, che indagava sulle firme apposte alle liste elettorali per la presentazione alle elezioni comunali di Palermo del 2012. Sull’argomento, Marco Travaglio, direttore de il FattoQuotidiano, scrive "Ora, la facoltà di non rispondere è un diritto riconosciuto dalla legge agli indagati. Ma non tutto ciò che la legge consente ai privati cittadini è opportuno per i politici, specie di un movimento che sbandiera trasparenza e diversità". Tutto ciò ricorda la diversità e la moralità rivendicata da alcuni esponenti politici nel passato. Come è andata a finire ognuno sa. Sull’argomento non siamo d’accordo con Travaglio: prima c’è il diritto poi l’opportunità, perchè quest’ultima può essere piegata alle circostanze, al tempo, alle situazioni, ecc. Ognuno potrà trovare giustificazioni al proprio operato invocando "l’opportunità ". Il diritto è altra cosa.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc