Il bel Paese delle grandi vergogne

Il giorno dopo gli italiani si indignano, anzi ci indigniamo,e i rappresentanti dei vertici istituzionali inscenano i teatri del cordoglio e della commozione. Fanno a gara, in cravatta e abito scuro, a raggiungere tempestivamente (loro nei viaggi sono facilitati) i posti delle sciagure con le facce provate da un dolore che non appartiene a loro. Inscenano la falsa solidarietà e promettono collaborazione, vicinanza, giustizia e sostegno. I giornalisti, assetati di notizie di sangue e morte, vanno a scovare le storie più tristi cercando di "acchiappare" l’immagine più straziante del padre disperato che piange la morte del figlio studente, o di chi ancora tra i rottami spera di trovare quel che resta del proprio congiunto. Poi ci sarà un grande funerale, le bandiere saranno a mezz’asta e una grande folla commossa applaudirà a lungo gli eroi della vita; palloncini e festoni voleranno in cielo a simboleggiare l’ascesa degli innocenti. Scene viste e riviste troppe volte; tra qualche giorno i riflettori si spegneranno e si ritornerà alla normalità, in attesa del nuovo grande evento. Spengo il televisore e rifletto sul bel Paese delle grandi vergogne.

Giovanna Cardile