Chiusura notturna dell’Ospedale Piemonte, i dubbi della FP CGIL

Alla vigilia della definitiva fusione tra il Piemonte e l’Irccs Neurolesi, il provvedimento di chiusura, in orario notturno, del pronto soccorso dell’ospedale Piemonte, non può che essere considerato un provvedimento assurdo, rispetto al quale appare persino difficile immaginare la gestione delle conseguenze che ne deriverebbero. Questa la considerazione della segretaria generale della FPCGIL Clara Croce, e dei coordinatori di categoria Catalioto e Trino, rispetto alla decisione adottata da Vullo, “rispetto alla quale è davvero necessario fare immediata chiarezza. Ci chiediamo quale sia il senso di questa insana decisione, considerato che, come sopra detto, la fusione, nel bene o nel male, stava andando in porto”.
I sindacalisti chiedono di capire, al di là dei proclami, la reale fattività di questa chiusura notturna. In altre parole, giusto per fare un esempio concreto, come si farà a chiudere la porta del PSG alle 20 in presenza di pazienti in osservazione perché in attesa di risultati o in attesa di indagini diagnostiche? Cosa si dirà al paziente che autonomamente si presenta al PSG alle 19,45 per qualsivoglia motivo o a coloro che dopo le 20, a Pronto soccorso teoricamente chiuso, si trovano in attesa di dimissioni e/o trasferimenti? E ancora, dopo le 20, in caso di posto disponibile in rianimazione che viene richiesto da altra struttura ospedaliera, anche non cittadina, come verrà gestita la procedura di ricovero?
Non mancano poi le preoccupazioni in merito al servizio svolto dal personale: “Nella malaugurata ipotesi che un dipendente, durante la propria attività lavorativa nel turno notturno, abbia un malore improvviso, come potrà essere gestita una simile emergenza sotto il profilo medico-legale?”.
Dubbi e perplessità a cui l dg Vullo sarà chiamato a dare risposte. Nel più breve tempo possibile.